SANTARPINO. Il consigliere comunale Rodolfo Spanò replica alla presa di posizione del sindaco Eugenio Di Santo sulla vicenda delle lettere anonime, gravemente diffamatorie, inviate allo stesso esponente del Pdl santarpinese.
Ho appreso con stupore afferma in una nota ufficiale Spanò che il sindaco Di Santo avrebbe presentato una querela contro di me per diffamazione ed offese a seguito delle mie denunce sulle squallide lettere anonime che mi sono pervenute. Se il Sindaco si è ritenuto offeso dalle mie esternazioni al riguardo, questo è solo frutto di una sua valutazione personale e non obiettiva, in quanto mi sono solo limitato a riportare i fatti per così come accaduti e storicamente datati e trarne delle logiche conseguenze.
È un fatto obiettivo continua Spanò e storicamente datato che le lettere anonime sono iniziate ad arrivare a seguito della rottura avuta con Eugenio Di Santo alla vigilia delle elezioni provinciali del 2010 e della mia dichiarazione di passaggio allopposizione esternata con comunicato del 2 maggio 2010 (pubblicato dal sito online Pupia Tv) e consacrata nel documento del partito depositato allinizio della seduta del consiglio comunale successivo alla tornata elettorale delle provinciali.
È altrettanto un fatto obiettivo e storicamente datato prosegue che le lettere anonime sono pervenute al mio indirizzo a più riprese in occasione delle mie esternazioni o comportamenti pubblici che hanno rappresentato chiaramente una volontà di appoggiare un candidato sindaco diverso da quello attualmente in carica. È altrettanto scritto e consacrato che lautore delle lettere anonime difende a spada tratta loperato di Di Santo e condivide il suo atteggiamento avuto contro il sottoscritto; denigra ed offende tutti gli attuali personaggi politici che sono schierati politicamente contro il sindaco Di Santo.
Riferire che uno della maggioranza, o vicina ad essa, – sottolinea lavvocato santarpinese potrebbe essere lautore delle lettere anonime, non vuol dire accusare i consiglieri comunali di maggioranza o gli assessori o il sindaco, che dovrebbe esserne la massima espressione, men che meno vuol dire accusare i segretari di partito che la sorreggono (non mi sono mai sognato di farlo), ma vuol dire semplicemente che quelle frasi indicate nelle lettere, che non ho mai riportato pubblicamente, sono a conoscenza solo di chi ha partecipato alle riunioni di maggioranza, le ha ascoltate quando sono state riferite in dette riunioni (quelle rare volte che si sono tenute) ovvero era presente quando sono state da me profferite nellambito degli incontri avvenuti con i membri della maggioranza quando ne facevo parte. Ciò in quanto si tratta di frasi oggetto di mie esternazioni puramente politiche indirizzate allavversario politico dellepoca. E chi può partecipare ad una riunione di maggioranza?.
Spanò si chiede: Come mai la compagine politica rappresentata dallavvocato Giuseppe Lettera, dal segretario del Pd Nicola Romano, dallavvocato Rino Bortone, segretario della sezione locale dellUdc (partito a cui appartiene Di Santo), che fanno parte a pieno titolo della maggioranza che sostiene Di Santo, unitamente al rappresentante dellassociazione giovanile Primavera Santarpinese Alessandro Sala, che ringrazio tutti pubblicamente, non si sono sentiti offesi e chiamati in causa dalle mie esternazioni, ma hanno manifestato la loro solidarietà condannando gli episodi? Forse perché hanno compreso il vero significato delle mie denunce contro lessere viscido autore delle offese ed ingiurie indirizzate al sottoscritto.
Mi sarei aspettato continua che il sindaco avesse preso le distanze da tale tipo di comportamento come hanno fatto i suoi colleghi di maggioranza; avesse tempestivamente manifestato la propria solidarietà e non successivamente, in modo strumentale, allesternazione del mio rammarico che certamente non era riferito alla sua persona, ma ad un coinvolgimento più ampio della maggioranza.
Per la verità riflette ancora Spanò quello che mi lascia interdetto e allibito è il fatto che il Sindaco mette la mano sul fuoco sui membri della sua maggioranza, ovvero su chi è ad essa vicina ed interpreta le mie parole in modo personale, stravolgendone il significato, per giustificare la sua indifferenza, il suo silenzio e legittimare il suo comportamento alla vana ricerca di estremi di reato del tutto insussistenti. Non penso che lautore delle lettere anonime avrebbe confessato a Di Santo, specie dopo la pubblicazione dei fatti e delle denunce inoltrate, la paternità delle diffamazioni ed offese ivi contenute, per cui mi chiedo come fa Eugenio Di Santo ad assumere le vesti di avvocato difensore sposandone a pieno titolo la causa.
Lascio ai lettori conclude Spanò ogni interpretazione al riguardo, facendo presente che pubblicizzare la asserita scelta di non divulgare episodi analoghi ‘per non far salire la tensione’ è contraddetto dal contenuto del medesimo comunicato.