Saman, parenti ripresi con pala prima di scavare. Pm: “Omicidio premeditato”

di Redazione

Proseguono da giorni le ricerche di Saman Abbas, la 18enne di origini pakistane residente a Novellara (Reggio Emilia), di cui non si hanno più notizie da settimane. I carabinieri hanno diffuso tre “frame” relativi a un video del 29 aprile in cui compaiono alcuni parenti della ragazza che, secondo le ipotesi investigative, potrebbero essere stati ripresi mentre si dirigevano a scavare una fossa. Per la Procura si tratta di omicidio premeditato: “Difficile sapere adesso chi sia l’esecutore materiale del delitto, non sappiamo neppure la modalità”, precisa la procuratrice Isabella Chiesi. – continua sotto – 

Le immagini mostrano tre persone vestite con abiti scuri che camminano, distanti l’una dall’altra, una imbracciando una pala, un’altra un secchio con un sacchetto e un altro un attrezzo. Il filmato è stato girato intorno alle 19:30 del 29 aprile vicino alla casa di Saman. Secondo gli investigatori, i tre uomini ripresi sarebbero uno zio e due cugini della ragazza scomparsa, i quali stavano andando a scavare la fossa per la giovane. Con l’accusa di aver ucciso la 18enne sono indagati i tre parenti e i due genitori, che sono rientrati in Pakistan. Uno dei cugini è stato fermato in Francia nei giorni scorsi e si attende che venga consegnato alle autorità italiane. – continua sotto –

Il ritorno a casa e la scomparsa – Saman era tornata l’11 aprile a casa, per recuperare i suoi documenti, dopo che da novembre era stata in una comunità protetta. Ma il 22 aprile si è rivolta ancora una volta ai carabinieri per denunciare i genitori che non volevano consegnarglieli e cercavano di costringerla a un matrimonio combinato. Dall’ordinanza di custodia in carcere per i cinque indagati emerge che la sera del 30 aprile Saman aveva tentato di fuggire e ha avuto una violenta lite con i genitori. Secondo gli investigatori, la ragazza e i genitori hanno urlato, lei li ha insultati. “Dammi i documenti”, ha detto Saman al padre. Lui le ha chiesto se voleva sposare qualcuno e lei ha detto che voleva solo andare via. Poi ha preso le sue cose ed è fuggita. Il genitore allora ha chiamato lo zio perché la riportasse a casa. Lo zio poi è tornato, dicendo che tutto era sistemato. Il 5 maggio l’assenza della giovane e dei genitori, partiti per il Pakistan il primo maggio, è stata scoperta quando i militari sono andati a fare una perquisizione nella casa, proprio con l’obiettivo di recuperare i documenti. – continua sotto –

“Secondo me lo zio l’ha strangolata” – Dalla testimonianza di un minorenne emerge la possibile modalità di uccisione della ragazza da parte dello zio Hasnain Danish: “Secondo me l’ha uccisa strangolandola, anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano”. L’uomo avrebbe “pianto molto” e minacciato il minore “di non dire nulla ai carabinieri, con conseguenza la mia uccisione”. Non avrebbe detto invece nulla su dove è stato nascosto il corpo. La notte tra il 30 aprile e l’1 maggio, sempre secondo il medesimo testimone, lo zio avrebbe detto ai genitori di Saman: “Ora andate in casa, ci penso io”. – continua sotto –

Ricerche dei resti – Proseguono, intanto, le ricerche dei resti di Saman, “che purtroppo riteniamo sia deceduta. Non darei nessun riscontro positivo a quello che ha detto il padre, abbiamo appurato che in Belgio non c’è la ragazza”, ha riferito Chiesi. Il padre della giovane, dal Pakistan, aveva detto a un giornalista che Saman è viva, che si trova in Belgio e di averla sentita. – continua sotto –

Il padre ad un funerale senza bara in Pakistan – A “Dritto e Rovescio”, programma di Rete4, è stato mostrato un video pubblicato sui social (e poi rimosso) dal padre della ragazza: nel filmato postato su Facebook da Shabbar Abbas si vede una cerimonia senza feretro, gli uomini che partecipano al rito sono in piedi attorno a un tavolo coperto da un telo che, secondo la tradizione, dovrebbe coprire il corpo della salma nelle cerimonie funebri. Durante il rito, gli uomini si colpiscono il petto o la testa: questi gesti, secondo la tradizione sciita, servono a chiedere perdono e espiare i propri peccati. Il dubbio degli investigatori è che questa cerimonia sia stata dedicata proprio a Saman.

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