CESA. Il rush finale per il referendum sullannessione del Rione Bagno a Cesa si è rivelato più aspro di quanto previsto.
A poche dallinizio del silenzio elettorale è andato in scena lultimo atto di questa questione. Il comitato per il sì allunione della zona, approfittando delle ultime ore disponibili, ha concluso la sua campagna con linstallazione di un gazebo in via degli Olenadri per distribuire volantini informativi nei quali si spiegavano le ragioni del sì allannessione.
Nulla di irregolare, neppure nella richiesta di occupazione del suolo pubblico in terra aversana, esibita alla pattuglia di vigili urbani del comune di Aversa giunti sul posto per verificare la regolarità della manifestazione. Ad accoglierli un folto gruppo di sostenitori del sì, per la maggior parte residenti del Rione Bagno che, alla presenza delle forze dellordine, hannosottolineato il loro stupore nel vederli in zona: Che io ricordi non ho mai avuto lonore di vedere i vigili di Aversa per le strade del Rione Bagno, ha dichiarato un promotore del comitato. Mi fa piacere che vi siate ricordati di noi e, già che ci troviamo, affrontiamo la questione del parcheggio selvaggio, fa eco un altro residente.
Lambiguità del Rione Bagno si palesa, infine, nel momento in cui viene spiegato alla popolazione che lintervento dei vigili urbani è stato esplicitamente richiesto da qualcuno che ha dubitato sulla regolarità del gazebo installato a Cesa…prendendola come premonizione positiva il comitato del sì ha concluso la manifestazione affermando: Il Rione Bagno: quattrocento famiglie, circa mille persone che sulla carta sono cittadini di Aversa ma che per nascita, storia, tradizioni ed affetti sono cesani a tutti gli effetti. recita il volantino – Famiglie e individui che solo per il fatto di essersi spostati di qualche decina o al massimo qualche centinaio di metri da dove abitavano prima, e dove abitano ancora i loro familiari, si sono ritrovati a non essere più cesani, bensì aversani, e aversani di serie B visto che, per molti anni, hanno vissuto un totale abbandono da parte del comune di Aversa, quasi come se non fossero da considerare cittadini al pari degli altri. Il Rione Bagno, nonostante non sia scritto sulla carta, è Cesa in tutto e per tutto.
I residenti del Rione Bagno sottolinea – sono di Cesa e lo dimostrano frequentandone le piazze, i partiti, i circoli, le associazioni, le scuole dellobbligo, lufficio postale, candidandosi al Consiglio comunale di Cesa, venerando il Patrono San Cesario, la Madonna del Rosario e contribuendo alle feste in loro onore, frequentandone le Chiese e il cimitero comunale. Essi lo fanno perché si sentono di Cesa, perché a Cesa sono nati e cresciuti e non potrà certo essere una dicitura burocratica a modificare il sentimento di un cuore che sente e ritiene di essere cesano. Tra i residenti del Rione Bagno e Cesa esiste un legame paragonabile al rapporto che un figlio ha con la madre, una sorta di simbolico cordone ombelicale che li unisce vita natural durante. Pertanto, il referendum indetto dalla Regione Campania (su richiesta del Comune di Cesa che ha dato voce ad una petizione sottoscritta da tanti residenti del Rione Bagno) rappresenta lopportunità per risolvere definitivamente una situazione ambigua che va avanti oramai da troppi anni.
Tutti noi cesani, in primis i residenti del Rione Bagno, – conclude il volantino – dobbiamo cogliere questa opportunità, consapevoli dellimportanza che essa riveste per il Rione e per lintero paese, perché noi siamo e ci sentiamo una comunità, perché siamo fieri di essere cittadini di Cesa, perché quando cè ne stato bisogno abbiamo sempre mostrato di saper agire con compattezza e unità d’intenti per la salvaguardia dei nostri valori più autentici. Lo dobbiamo fare anche stavolta per sancire sulla carta ciò che già sentiamo nella mente, nel cuore e nellanima.