Aversa (Caserta) – “Cartelle pazze” ad Aversa per i canoni idrici e per i posti occupati nel mercato ortofrutticolo. Ad essere bersagliate sono le richieste di pagamento avanzate dalla Sogert relativamente ai canoni idrici e le diffide per il pagamento di circa 2 milioni di euro da parte degli operatori della struttura di viale Europa. Cause che potrebbero portare gravi danni al già disastrato bilancio comunale anche se sono arrivati, nei giorni scorsi, 1 milione e 160mila euro dal governo centrale. – continua sotto –
Una ventina sono i ricorsi avanzati da altrettanti condomini cittadini per quanto riguarda i canoni idrici. Diversi riguardano la prescrizione, ma ci sono anche condomini che si sono visti chiedere canoni idrici che erano già stati annullati dal tribunale di Napoli Nord. In pratica, gli uffici del Comune hanno girato alla Sogert (la società che cura la riscossione delle entrate dell’Ente) entrate comunali che non erano più dovute con conseguente aggravio di spese per le casse cittadine. Questione più che fondata, tant’è che il giudice Alessandro Auletta del tribunale di Napoli Nord, ha concesso la sospensione dell’esecutività dell’ingiunzione esattoriale ad un condominio difeso dall’avvocato Fabio Rosselli, legale noto in città proprio per essere trai più attivi per ricorsi contro canoni idrici e tributi collegati al mercato ortofrutticolo. – continua sotto –
Proprio per quanto riguarda il mercato ortofrutticolo, oltre ad una serie di ricorsi contro la richiesta di pagamento dei canoni, ci sono, al momento, quattro ricorsi presentati sempre dall’avvocato Roselli davanti al Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania per il silenzio tenuto dall’amministrazione comunale alla richiesta di altrettanti operatori del mercato di viale Europa di pronunciarsi sulla richiesta di rientrare nella struttura riaperta lo scorso 24 giugno dopo ben venti mesi di chiusura a seguito dell’ispezione dei carabinieri di Nas e Noe e degli operatori dell’Asl di Caserta per carenze igienico sanitarie. – continua sotto –
Pur avendo l’Amministrazione stanziato un importo significativo (ma poi risultato del tutto inadeguato) per ripristinare l’intera funzionalità (circa 500mila euro), l’area mercatale in questione è stata riaperta solo parzialmente (circa 50%), l’accesso, inevitabilmente, è stato consentito solo ad alcuni degli operatori. “Ciò è avvenuto – si legge nel ricorso – senza una preventiva comunicazione dei criteri e modalità di accesso alla struttura degli operatori, nonché sulla possibilità e la modalità di esecuzione degli ulteriori lavori prescritti dai Nas, da effettuarsi a carico di ciascun concessionario, necessari per l’apertura al pubblico e la totale ripresa dell’attività”. “Né è stata indicata – continua – la sorte degli stand nell’area rimasta inibita e inaccessibile sine die”. – continua sotto –
Peraltro, con deliberazione del Consiglio Comunale del 24 maggio scorso, era stato emesso uno specifico atto d’indirizzo al direttore del mercato che, appunto, avrebbe dovuto provvedere, non oltre il termine di trenta giorni, a individuare quali fossero i soggetti aventi diritto ad occupare gli stand e, quindi, anche ad eseguire gli ulteriori lavori prescritti per la ripresa della loro attività al pubblico, valutando, inoltre, quali operatori fossero in regola con le concessioni. Atto che è stato solo parzialmente adempiuto attraverso la riapertura dei cancelli ad un esiguo numero di soggetti, senza che vi fosse contraddittorio con tutti gli altri operatori. “Per il resto, – scrivono i ricorrenti – nulla di quanto prescritto è stato fatto dal dirigente competente, tant’è che alla società istante, nonostante la vigenza ed efficacia della concessione, è stato inibito l’accesso alla porzione di area riaperta senza alcuna motivazione”.