Mozione Cgil, bagarre in Consiglio

di Redazione

 CESA. Il gruppo consiliare “Progetto Democratico per Cesa” composto da Domenico Mangiacapra (Psi), Enzo Guida (Pd) ed Antimo Dell’Omo (Pd), …

… insieme ai partiti del centrosinistra, denunciano pubblicamente quanto è avvenuto nel corso del consiglio comunale di Cesa, mercoledì 30 gennaio, quando la maggioranza di centrodestra ha impedito che venisse trattata e discussa una mozione, già posta all’ordine del giorno, a sostegno della legge di iniziativa popolare per introdurre una tutela a favore dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata. Eppure, la discussione su questo punto era stata inserita all’ordine del giorno della seduta del Consiglio comunale dopo che la stessa conferenza dei capigruppo aveva dato parere favorevole.

Prima che venisse discussa la mozione, la maggioranza ha posto una questione pregiudiziale sostenendo che si trattava di “argomento che non poteva essere trattato in consiglio in quanto argomento ‘di parte’ e che quindi, nel pieno della campagna elettorale, non poteva essere discusso”. Inoltre, è stato sostenuto che era un argomento non rilevante “in quanto sul territorio non vi sono aziende sequestrate o confiscate” e che soprattutto “non si poteva dare una pubblicità a questa iniziativa attraverso il sito internet dell’ente”.

La proposta di legge di iniziativa popolare che tende ad introdurre “Misure per favorire l’emersione alla Legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata” è proposta e sostenuta dalla Cgil, dall’Associazione Nazionale Magistrati, Acli, Libera, Arci, Anci, Centro Studi Pio La Torre, Avviso Pubblico, Lega Coop, Sos Impresa.

Le argomentazioni espresse dimostrano che la maggioranza di centro destra del sindaco Cesario Liguori, ha chiaramente utilizzato la questione pregiudiziale come paravento, trincerandosi dietro la stessa per evitare di discutere un argomento importante e delicato come questo adducendo motivazioni dettate da misere preoccupazioni elettorali.

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