Aversa (Caserta) – A due anni esatti dalla chiusura del mercato ortofrutticolo ad opera dei carabinieri di Nas e Noe e degli ispettori dell’Asl, giunge l’ennesima tegola giudiziaria per il Comune di Aversa da parte del Tar Campania che ha condannato l’Ente a produrre i documenti che sarebbero a fondamento della richiesta di pagamento avanzata nei confronti degli operatori che avevano occupato spazi nella struttura. A seguito degli atti di diffida a pagare una somma complessiva di circa 2 milioni di euro per la gestione del mercato, alcuni operatori avevano proposto opposizione chiedendo la prova delle spese effettuate. – continua sotto –
Il Comune si era limitato a depositare in giudizio, davanti al Tribunale di Napoli Nord, le delibere di approvazione dei bilanci dell’ente, ma senza allegati. La ditta Fratelli De Rosa snc di Carmine Napolitano, per il tramite dell’avvocato Fabio Roselli, dopo aver contestato l’assenza agli atti del Comune di documentazione comprovante la spesa effettivamente sostenuta nel corso degli anni per la gestione dell’area mercatale e alla cui copertura la società ricorrente avrebbe dovuto contribuire, ne ha fatto richiesta senza successo. Da qui il ricorso ai giudici amministrativi che hanno accolto la domanda, con un provvedimento pubblicato proprio ieri, con conseguente ordine di esibizione della documentazione richiesta e la condanna al pagamento di 1500 euro. Carmine Napolitano, diretto interessato, ha dichiarato in proposito: «Il Tribunale amministrativo, accogliendo il nostro ricorso, ha confermato che il Comune pretende gli arretrati dei canoni di concessione senza riuscire in alcun modo a dettagliare le voci di spesa. Tutto questo accade nel giorno del secondo anniversario della chiusura del mercato, quando in tanti siamo in attesa di risposte esaustive e concrete per poter riprendere il nostro lavoro all’interno dell’area».
Intanto, il mercato aversano continua ad essere aperto (dal 24 giugno scorso) solo a metà dopo quasi due anni di lentezze burocratiche che hanno costretto oltre trecento famiglie a non avere un’entrata ufficiale. L’11 ottobre 2019 il mercato viene chiuso. Solo a fine dicembre 2019 si approvano i lavori. Complice anche la pandemia, i lavori terminano solo il 24 giugno scorso, quando il mercato viene riaperto solo in parte perché i lavori, inspiegabilmente, hanno interessato solo parte della struttura. Ad aggiungere confusione a confusione, la richiesta (giusta) di pagamento del canone per essere presenti nella struttura, nella estate del 2020. Tutto questo ha generato diversi paradossi; quale, ad esempio, quello di vedere operatori che hanno pagato o rateizzato, ma che non hanno il posto per rientrare.
«Oggi, a distanza di due anni dalla chiusura del mercato ortofrutticolo, – ha dichiarato dall’opposizione il consigliere comunale Gianluca Golia – si registra ancora una situazione anomala; dopo più di un anno di chiusura e alla luce di lavori di riqualificazione fatti a metà (magari, perché siamo circa al 30% sull’intera superficie), gran parte degli operatori stanno ancora sistemando le proprie posizioni con una tangibile perdita del volume degli affari di quella attività». «Il mercato ortofrutticolo rappresenta – continua – l’incapacità di questa amministrazione nella gestione di alcune criticità: lungaggini nella riqualificazione dell’area, incapacità organizzativa per quanto riguarda la posizione amministrativa di alcuni operatori (e di conseguenza la perdita del lavoro a carico di molti) e, soprattutto, poca chiarezza per quanto concerne il futuro di questa realtà economica. Nel piano triennale si parla di delocalizzazione». – continua sotto –
«Ho incontrato lunedì il sindaco per chiedergli un ulteriore sforzo economico per i lavori nel mercato. C’è bisogno – ha dichiarato il vicesindaco Marco Villano, assessore ai Lavori pubblici da qualche mese – di ulteriori risorse rispetto a quelle stanziate in precedenza. È un argomento che stiamo affrontando cercando di essere quanto più veloci possibile. Ho chiesto una relazione agli uffici sullo stato attuale delle aree che non sono state oggetto di lavori per avere un quadro quanto più chiaro e veritiero possibile. Per problemi seri e complessi come quello del mercato c’è bisogno di un approccio serio nella risoluzione ed è questo che voglio fare».