Aversa, sanzionati i “pulmini della movida”: l’ultima frontiera di sicurezza (e comodità) per i genitori

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – L’uovo di colombo. Navette per consentire ai giovani, soprattutto ai ragazzi, di raggiungere la movida aversana dai comuni limitrofi senza problemi di sorta per quanto riguarda le auto, il parcheggio e, ovviamente, l’alcol e gli stupefacenti di cui alcuni sembrano non riuscire farne a meno. E’ l’ultima frontiera della sicurezza che stanno esercitando genitori di ragazzi provenienti da Casal di Principe, Villa Literno, Frignano, San Cipriano d’Aversa e, da qualche settimana, anche dalla provincia partenopea, Giugliano e Caivano in primo luogo. – continua sotto –

«Da qualche settimana – afferma il comandante della Polizia municipale aversana, Stefano Guarino – abbiamo intercettato una serie di autobus che hanno come passeggeri decine di ragazzini e giovani che preferiscono non avere problemi con auto e disagi connessi, per cui si fanno accompagnare ad Aversa e, di ritorno, a casa propria». Gli autobus partono dalle piazze dei paesi dell’agro aversano per raggiungere le zone di via Riverso, via d’Acquisto o via di Giacomo, praticamente in prossimità del fulcro della movida di via Seggio e piazza Paul Harris. Sono stati diversi quelli che sono incappati nei controlli dei caschi bianchi e le sanzioni non sono mancate, non perché non vi fossero le prescritte autorizzazioni, ma perché diversi autisti non erano in regola con le norme sul lavoro dipendente.

«Nelle ultime settimane, – ha dichiarato, da parte sua, il sindaco di Aversa Alfonso Golia – grazie ai controlli che abbiamo istituito sulle vie di accesso alla città, abbiamo intercettato diversi autobus di autolinee private che sono incappati negli agenti della nostra Municipale. Siamo di fronte ad un fenomeno che dimostra, se ce ne fosse stato ancora bisogno, che Aversa è meta privilegiata della gioventù non solo dell’agro aversano, ma anche dell’hinterland settentrionale partenopeo. E’ per questo che bisogna governare la movida riuscendo a farne una risorsa e non un problema. Ed è questo il nostro obiettivo».

«Io e mio marito – ha dichiarato Adele, madre di due ragazzi, un quindicenne e una diciassettenne di Casal di Principe – abbiamo scelto di servirci di questi autobus non solo perché conosciamo gli autisti, che sono persone fidate, ma anche perché in questo modo i ragazzi sono costretti a tornare ad orari determinati. Per non parlare della comodità. Nelle serate di fine settimana andare e venire da Aversa con l’auto alcune volte diventa una vera impresa». Ancora più significative le dichiarazioni di alcuni giovani tra i 20 e i 25 anni che hanno sottolineato come la scelta di utilizzare l’autobus sia dettata da motivi di sicurezza: «Abbiamo optato per il pullman perché ci consente di vivere al meglio la movida aversana, di apprezzare il gusto di un liquore senza la preoccupazione di rimanere sobri per tornare a casa in sicurezza». – continua sotto –

Ma la movida continua ad essere difficile da governare. In primo luogo, c’è il problema dei controlli che, dopo i tre accoltellamenti in meno di dieci giorni, sono diventati più stringenti con servizi che vedono impegnati praticamente tutte le forze dell’ordine presenti in città. Un provvedimento che, secondo molti, non è sufficiente ad arginare gli epigoni del fenomeno movida sino a giungere a chiedere la presenza dell’Esercito, richiamando l’esempio di Napoli, dove i militari sono presenti da anni nelle strade più frequentate delle città.

«Le autorità locali, i responsabili locali delle forze dell’ordine, – afferma Antonio Porto, segretario generale provinciale del sindacato LeS Polizia – tentano di metterci una pezza con servizi occasionali che, visto i risultati, sono inefficaci. Uno Stato che non riesce a garantire la sicurezza del popolo è uno Stato fallito. Più volte siamo interventi e continueremo a farlo, ad Aversa non ci si può solo concentrare sulla mala-movida con 10/15 unità delle forze dell’ordine sparse per la città. Il controllo del territorio deve essere ampio e capillare, ma soprattutto costante».

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