CESA. “Le forze dell’ordine mi facevano pressioni per sapere delle informazioni che potevano servire a loro, i carabinieri mi dicevano: fai a noi qualche confidenza, non alla guardia di finanza”.
Così il pentito numero uno del processo a carico dell’ex sottosegretario Nicola Cosentino, l’ex imprenditore dei rifiuti Gaetano Vassallo, originario di Cesa, lunedì ascoltato in udienza nel processo che vede imputato il politico di Casal di Principe per concorso esterno in associazione camorristica. L’udienza, in cui è stato eseguito parte del controesame del collaboratore di giustizia, è durata oltre quattro ore. Vassallo dovrà comparire in video collegamento con l’aula del tribunale di Santa Maria Capua Vetere il prossimo 15 luglio.
L’avvocato di Cosentino, Stefano Montone, ha fatto emergere che il collaboratore di giustizia, ex imprenditore al servizio del clan dei casalesi, ha un processo in corso per calunnia a Roma perché querelato dall’ex sindaco di Cesa, Giuseppe Fiorillo, e che ha confessato di aver fatto uso di cocaina, ma di non essere stato mai indagato per i reati di droga.
Nel corso dell’udienza è anche emerso che l’imprenditore – accusato di sversamenti illeciti di rifiuti pericolosi – prima di collaborare con la giustizia il 1 aprile del 2008 aveva ottenuto dei ricoveri per problemi neurologici alla clinica Pinetagrande di Castelvolturno e Villa Camaldoli di Napoli, pagando dei medici compiacenti e con l’aiuto di infermieri corrotti: “Io ho pagato un medico per un day hospital, tutto questo l’ho fatto per evitare il carcere – ha spiegato Vassallo – ho creato il presupposto”.
“Ma è vero che quando seppe della latitanza di Francesco Schiavone, detto Cicciariello (cugino omonimo del capoclan Sandokan, ndr), a Baia Domitia informò un suo confidente della guardia di finanza e fece con lui appostamenti?”, ha chiesto l’avvocato Montone a Vassallo.
“Ricordo che dissi questa cosa al mio amico della tenenza di Mondragone, ma poi non lo accompagnai sul posto. Riferii alla polizia di Castelvolturno, invece, del battesimo del figlio di Emilio Di Caterino, all’epoca latitante – ha continuato l’ex colletto bianco del clan dei casalesi – e la polizia fece degli appostamenti nel mio hotel”.
L’udienza è diventata piuttosto tesa quando, in successione, l’avvocato di Cosentino ha contestato nei particolari alcune circostanze. Come il fatto che, durante un interrogatorio davanti ai pm Alessandro Milita e Maria Cristina Ribera, Vassallo aveva con sé il numero del settimanale L’Espresso con la notizia delle indagini su Cosentino. Era il 12 settembre del 2008. “Quando lei era stato estromesso dall’affare dei rifiuti che coinvolgeva i fratelli Orsi, perché era cambiata la geografia criminale, continuava ad informarsi sulle vicende della Eco4 in quanto informava la guardia di finanza, così come emerge in un interrogatorio?”, ha chiesto Montone. “No, perché mi interessava l’affare. Ma se vuole io vengo a dire queste cose anche in aula, vengo fino a Santa Maria, avvocato – ha detto Vassallo – lei mi deve far parlare”.
Vassallo ha riferito, rispondendo alla domanda dell’altro avvocato, Nando Letizia, che quando ci fu il pagamento della presunta tangente da parte di Sergio Orsi a Cosentino, quest’ultimo probabilmente era già sottosegretario. In realtà, Cosentino diventa sottosegretario nel giugno del 2008, due mesi dopo il pentimento di Gaetano Vassallo.
Il collaboratore di giustizia non ha smentito che quando ottenne l’appalto della raccolta dei rifiuti a San Cipriano d’Aversa c’era come assessore al comune anche Lorenzo Diana, ex senatore, e come sindaco l’odontotecnico Angelo Reccia.
Gli avvocati hanno anche fatto emergere che la frase divenuta famosa pronunciata in dialetto napoletano, secondo Vassallo, da Nicola Cosentino (Eco4 song’io) è riportata in un verbale riassuntivo dell’interrogatorio del pentito. Mentre nel verbale integrale di Vassallo, si legge: “Cosentino disse: il consorzioCaserta4 sono io, è una creatura mia”, riferendosi al consorzio di rifiuti con partecipazione pubblica e privata. “Non ricordo ha risposto Vassallo probabilmente mi sono sbagliato, forse mi riferivo all’Eco4”.