Aversa (Caserta) – «Il centro di raccolta rifiuti mercatino del riuso di via Cappuccini non rappresentano nessuna minaccia alle aree verdi pubbliche». Non ci sta il vicesindaco Marco Villano a passare come “consumatore di suolo”, così come accusato dall’opposizione. – continua sotto –
Scende nei particolari e ne spiega i motivi. «Partiamo dall’inizio – esordisce il numero due dell’amministrazione guidata dal sindaco Alfonso Golia – rammentando che in solido con l’assessore all’Ambiente ed Igiene Urbana, Elena Caterino, ed ai fini degli effetti migliorativi del Centro di Raccolta Rifiuti comunale di via Cappuccini, espressamente previsti nel contratto con la ditta Tekra (la società che gestisce il servizio di igiene urbana in città, ndr), avevamo presentato al Consiglio comunale la proposta di realizzazione dell’ecologicamente e socialmente importantissimo Mercatino del Riuso insieme ad altre strutture logistiche occorrenti ai lavoratori della stessa Tekra. Va precisato che tali realizzazioni erano e sono previste su una piccola area adiacente all’attuale CRR acquisita a suo tempo al patrimonio comunale dalla Giunta Ciaramella proprio al fine di una implementazione dello stesso Centro».
«Orbene, – continua Villano – tale nostra proposta, nella sua formulazione scritta, conteneva alcune righe sulle quali la minoranza consiliare aveva manifestato forti dubbi e perplessità: si temeva, forse, che la prevista variazione di destinazione urbanistica su quella limitata porzione dell’ area del Centro di Raccolta, cioè una particella di circa 2500 metri quadrati perfettamente individuata e definita catastalmente, nascondesse o fosse anticipatrice di chissà quale grosso scempio urbanistico o di verde pubblico».
«Pertanto – sottolinea Villano – per rassicurare la minoranza abbiamo provveduto, a seguito di apposito emendamento, a cassare completamente quelle poche righe». «Ora mi domando – prosegue l’assessore – saremmo noi della Giunta Golia i confusi? In realtà nella nostra proposta, al netto dell’emendamento, è riportato ciò che è già previsto nel contratto con la Tekra che tutti e da tempo, dentro e fuori l’assise consiliare, conoscono o hanno avuto modo di conoscere. Su tanto c’era poco o niente da discutere perché si trattava di approvare o meno ciò che è già stabilito nei minimi dettagli, motivo per cui la limitata variazione di destinazione urbanistica è un atto dovuto e conseguenziale alla stipula ed all’attuazione di quello stesso contratto. Niente di più e niente di meno». – continua sotto –
Villano risponde anche alle accuse di pressapochismo avanzate dalla minoranza: «Nel caso in questione il Consiglio comunale doveva solo esprimere un indirizzo politico, una volontà o meno di dar piena attuazione allo stesso contratto, mentre gli altri inerenti aspetti ed adempimenti gestionali-amministrativi saranno curati in sede di commissioni comunali competenti, dai tecnici e dal Responsabile Unico del Procedimento (Rup). A tal proposito posso già garantire che la realizzazione di dette strutture sull’area in questione non inciderà minimamente sul rapporto standard cittadini/verde pubblico/attrezzature». «Insomma, – conclude il vicesindaco – credo proprio che su questa vicenda l’opposizione abbia confuso e sovrapposto due momenti assai diversi e distinti del lavoro del Consiglio comunale, cioè il momento del dibattito sull’opportunità politica di certe iniziative, peraltro dovute in ottemperanza ad un contratto, e quello delle interrogazioni agli amministratori ed indirettamente ai dirigenti degli uffici comunali».
Sin qui le dichiarazioni di Villano veritiere sino ad un certo punto. Ad essere rassicurata, infatti, era la stessa maggioranza. Da quanto risulta, infatti, l’emendamento era stato voluto dal consigliere del MoVimento 5 Stelle, Roberto Romano, e dalla moderata Clotilde Criscuolo stando bene attenti a che nella delibera rimanesse, oltre, ovviamente, alla destinazione, anche l’esatta opera che si andava a realizzare.