Beni mobili e immobili per un valore complessivo di 10,8 milioni di euro sono stati sequestrati dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari, a Giancarlo Chiariello, avvocato barese indagato per dichiarazione infedele dell’Iva e delle imposte sui redditi. – continua sotto –
Gli accertamenti delle fiamme gialle seguono l’indagine sempre a carico del professionista per presunta corruzione in atti giudiziari (l’ex avvocato penalista è imputato con l’ex gip di Bari Giuseppe De Benedictis per presunte tangenti pagate dall’avvocato al giudice in cambio di scarcerazioni) e il ritrovamento a casa del figlio di tre zaini contenenti 1,1 milioni di euro in contanti e in parte sigillati all’interno di sacchetti sottovuoto. Soldi che sono stati definiti da Chiariello “risparmi di vent’anni” di lavoro e “derivanti dai pagamenti dei clienti”.
Nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla procura di Bari, nello studio legale è stata acquisita una “copiosa documentazione, tra cui 239 fascicoli processuali” che hanno consentito agli inquirenti di identificare la sua clientela e di quantificare il volume dei compensi professionali effettivamente percepiti. Tra i suoi numerosi assistiti ci sono anche persone diventate collaboratori di giustizia che ascoltati sull’onorario del penalista – per il solo studio del procedimento – avrebbero riferito che “ammontava a 10mila euro” somma che saliva a “100mila euro per il patrocinio in Cassazione a fronte di un’accusa per omicidio”.
I pagamenti sarebbero stati effettuati in contanti in violazione della normativa antiriciclaggio e senza il rilascio di alcun documento fiscale. Le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia “tutte convergenti”, evidenziano fonti inquirenti, sono state riscontrate dalla “documentazione in atti” secondo cui le dichiarazioni rese dal professionista al fisco erano “largamente inferiori rispetto a quanto dichiarato dai collaboratori di giustizia e rispetto ai parametri indicati nelle tabelle professionali”. – continua sotto –
Dalle indagini patrimoniali svolte e finalizzate a ricostruire l’effettiva capacità di spesa del nucleo familiare dell’indagato è emerso che “nonostante i modesti redditi dichiarati, oscillanti nel periodo compreso tra il 2016 e il 2019 tra i 60 e i 26mila euro” il tenore di vita era particolarmente alto “come dimostrato dall’acquisto e dal possesso di auto di lusso, di gioielli e di consistenti disponibilità finanziarie derivanti da titoli di credito, obbligazioni, depositi e conti correnti”, spiegano gli investigatori. Il penalista – tra il 2014 e il 2019 – avrebbe evaso l’Iva e le imposte sui redditi dovute all’erario per oltre 10,8 milioni di euro. È in corso la perquisizione dell’abitazione dell’indagato finalizzata all’individuazione di ulteriori beni da “sottoporre a vincolo”. IN ALTO IL VIDEO