Quattro albanesi, tutti residenti in provincia di Bari, sono stati arrestati e sottoposti ai domiciliari, per reati connessi al terrorismo internazionale nell’ambito dell’operazione “Soldato Invisibile” condotta dalla Polizia di Stato che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del capoluogo pugliese, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo. – continua sotto –
Si tratta di Yljan Muca, 31 anni, Roland Leshi, 37, Elsio Ramku, 33, Roland Belba, 37, residenti tra Bari, Adelfia e Rutigliano. Vivevano tutti in Italia da oltre di 10 anni e lavoravano nel settore dell’agricoltura come operai, a parte il 33enne Ramku che, dopo aver superato un concorso pubblico, è stato assunto come dipendente comunale e lavora nell’ufficio tecnico del Comune di Bari.
Sono accusati di aver raccolto e inviato denaro in Albania per finanziare l’attività terroristica dell’Imam della Moschea “Xhamia e Letres” a Kavaje (Tirana), Genci Abdurrahim Balla. L’uomo, ritenuto vicino all’associazione Isis Daesh, è stato già condannato a 17 anni di carcere con l’accusa di aver reclutato e inviato in Siria decine di combattenti.
A Muca viene contestato il fatto di essere il promotore della raccolta di denaro. Ma dovrà difendersi anche dal reato di apologia di terrorismo per aver diffuso tramite una chat whatsapp un video sull’arresto di quaranta sospetti affiliati all’Isis. A fare da intermediari tra la Puglia e l’Albania sarebbero stati, invece, Leshi e Ramku mentre Belba si sarebbe incaricato di trasferire materialmente il denaro con la complicità di altre due persone in Albania. Trasferimento che sarebbe avvenuto attraverso sistemi non tracciabili ma anche fisicamente, trasportando il denaro in un borsone nascosto in un camion a bordo di un traghetto. Viaggi che l’uomo avrebbe effettuato ogni due mesi negli ultimi due anni. – continua sotto –
Le indagini della Digos, coordinate dal pm Domenico Minardi, hanno accertato che uno degli arrestati avrebbe anche condiviso su Telegram documenti “di chiara matrice jihadista”, video e audio di propaganda dell’Isis/Daesh, comunicati degli ex leader dello Stato islamico Abu Bakr Al Baghdadi e del suo successore Ebu Ibrahim El Hashimi El Lureshi, tutti tradotti dall’arabo in albanese. Tra le frasi intercettate dagli investigatori alcune considerazioni sul Covid, ritenuto “un minuscolo soldato di Allah, mandato sulla terra per punire la miscredenza degli occidentali”. IN ALTO IL VIDEO