SAN POTITO SANNITICO. Il Parco Regionale del Matese sarà presto on line con un portale che si chiamerà matesenatura.it dove saranno raccolti tutti i più recenti studi e ricerche sulla biodiversità del proprio territorio.
In molte aree protette, soprattutto quelle di montagna, la difesa e la valorizzazione delle produzioni agricole più tipiche e tradizionali fa un tutt’uno con la tutela della biodiversità, del paesaggio, dei saperi antichi, delle identità territoriali più vere. Va dunque promosso e valorizzato lo straordinario patrimonio di tipicità e di tradizione frutto delle conoscenze e delle professioni prodotte dalla millenaria presenza dell’uomo nella nostra Regione. L’atlante on line, come ha dichiarato il Presidente del Parco Dott. Giuseppe Scialla, sarà disponibile a partire dal prossimo marzo e consente di scoprire l’eccezionale ricchezza di biodiversità del Parco Regionale del Matese, che si estende su oltre 33 mila ettari comprendendo 20 comuni nelle province di Benevento e Caserta. Saranno disponibili, inventari di razze animali, varietà vegetali e prodotti agroalimentari tipici ma anche liste di controllo delle specie, schede monografiche di risorse, habitat ed ecosistemi, attraverso un database riservato agli operatori specializzati. Il sito nasce per implementare il progetto dell’Ente Parco Regional e del Matese, denominato «Laboratorio della Biodiversità». Si tratta del più aggiornato ed organico studio relativo alle risorse naturali e di biodiversità dell’area matesina che attraverso un’estesa trattazione di differenti filoni tematici consente l’inquadramento generale del potenziale di ricchezza naturalistica e florofaunistica del Parco. In questa prospettiva devono essere sostenute nel loro sforzo di qualificazione soprattutto le attività agrituristiche che nel Parco Regionale del Matese trovano le condizioni per esaltare le proprie capacità imprenditoriali e per esprimere appieno le proprie potenzialità . Sarebbe opportuno intervenire a livello regionale affinché all’interno della discussione che dovrà avvenire sui prossimi fondi strutturali europei, si prevedessero opportuni finanziamenti a s ostegno innanzitutto delle aziende agricole che opereranno all’interno della zona Parco. Per il futuro occorrerà puntare a fare del Parco del Matese il luogo privilegiato nel quale dare vita a centri di ricerca e di sperimentazione in stretto rapporto con gli Istituti Universitari. Il Parco sarà dunque come un grande laboratorio naturale utile per promuovere la formazione di esperti in problemi ambientali e di gestione integrata del territorio. Un laboratorio utile anche per dimostrare che salvaguardando le specificità locali, siano esse naturali, storiche o culturali, si può entrare e stare nella dimensione globale e non viceversa.
A favore delle aree protette deve essere inoltre promosso il Servizio Civile Volontario e maggiormente stimolato lo stesso volontariato ambientale già organizzato e funzionante in molte regioni italiane.
Pietro Rossi