Elezioni, la Ginocchio ai politici: “Dovete servire la comunità”

di Redazione

Agnese GinocchioALIFE.“Quanti e tanti sono i problemi che assillano la nostra provincia e la nostra città in particolare, ma noi, siamo capaci di vederli e da che parte stiamo?”.

In vista delle prossime amministrative ad Alife scende in campo laTestimonial ed Ambasciatrice internazionale della Pace Agnese Ginocchio, pluripremiata per il suo impegno civile, che lancia un appello ai neo-candidati delle prossimeelezioni comunaliche si terranno nel comune matesino di Alife,di cuiella é nativa.
“Scendete nelle piazze, fatevi sentire,basta con queste riunioni segrete, entrate nelle case della poveragente, non di quella ricca ma di quella povera. Se proprio volete riunirvi riunitevinelle case dei poveri e discutere di cose serie, largo al valore della Democrazia che significa dare voce a tutti e al popolo in particolare. Vi siete resi conto quanti poverici sono ad Alife? Se continuate a riunirvi sempre nelle case dei benestanti non potete capirlo. Poi pensiamo a festeggiare la Pasqua e a sgozzare gli agnelli… Ma fatemi il piacere.C’é gente che vive e convive nel degrado,c’é gentesola e abbandonata al proprio stato, c’é gente chenon riesce neanche a fare un pasto quotidiano. Questa purtroppo é una realtà amara e tristeche fa parte della storia dellanostra beneamata città romana. Si, forse é anche vero chealcuni di questi poverisprecano in manierasconsiderata quel poco che hanno, ma ciò é dovuto anchealfatto che in queste famiglie prevale l’ignoranzaelamancata educazione civile. Molte di queste persone vivono ancora comeda selvaggi, avrebbero bisogno di cure, di essere assistite, seguite da vicino ed educate agestire in maniera responsabile le poche risorse che hanno (se le hanno). Ma a chi vuoi andare a dire queste cose, se neanche i vicini che sanno e fanno finta di non sapere,se ne curano? Dove dunque il valore della condivisioneed il senso della solidarietà? “Sto bene io” me ne frego del prossimo..”.
Questa purtroppoé la cultura dominante nella nostra società: L’Indifferenza, vera piaga sociale. Dunque, quale programma politico voleteadottareper Alife? Se non si pensa prima a risolvere questo stato dicose che non va. Lancio l’appello: facciamo una raccolta fondi e anziché perderci in chiacchiere cerchiamo piuttosto di realizzare obiettivi concreti. Meno sprechi di parole e più compassione. Fa malevedere tanta gente ridotta quasi ad uno stato – ma chestato – senon é stato,in un misero statodi povertà e di miseria. Ci si sente impotenti perchénon si é in grado di risolverne i problemi. Questa non é vita. Il programma politico deve consolidarsi e convergere sui principi sociali e basilari di solidarietà, di pari opportunità e di Pace.E’ bene che ci si svegli e ci si aggiorni in particolare su queste tematiche.E’ ora didare una svolta ad Alife & d.Dare una svolta significa cambiare mentalità e difendere il valore della Democrazia. Aprirsi e uscire da questemura che circondanocome paraocchi il nostro modo di concepire le cose e la vita.
Ma quale vita e quale politica allora? Fare politica nel nome della Legalità – incalza l’Ambasciatrice della Pace – significa servizio, servire i poveri, difendere i diritti di ogni singolo cittadino, farsi carico dei suoi problemi e cercare di risolverli, dare voce infine a chi non ne ha. Fare politica non é cosa da poco, chi per caso si sia fatto l’idea di candidarsi solo per raggiungere il proprio prestigio personale é meglio che retroceda e si faccia da parte. Fare politica significa raggiungere un’ intesa con la comunità, nella piena consapevolezza che la propria vocazione politica é sacrificio,’impegno’ innanzitutto verso il prossimo a perseguire quest’ obiettivo con vero spirito di altruismo e di abnegazione. Possedere insommaun grandesenso diumanità e di fratellanza, di solidarietà, di Pace e di Giustizia sociale.
Senza questi principi non può esserci ne politica ne futuro. Se necessario dare la propria vita per la difesa della comunità.Ilsenso delfarepolitica lo si apprende attraverso l’esperienza che si acquisisce con il tempo a contatto con la gente edimmedesimarsi nelle loro vicissitudini quotidianeinnanzitutto, imparare dalla storia di ognuno.Grande lezione diciviltà,per captarne il metodo da perseguire, potrebbe essere quella diimparare a leggerenei segni dei tempi, nellasofferenza del prossimo e poi interrogare la propria coscienza e domandarsi: cosa posso fare io per restituire alla mia gente serenità e sicurezza? Questa sì che potrebbe essere una grandelezionedalla qualeattingere carica eforza necessaria peramministrare concarisma, generositàe docilità l’intera comunità. Svolgere infine con parsimoniaquesto arduoincarico dal quale dipende il futuro dell’uomo eche se fatto benerestituisce dignità erispetto all’umanità afflitta dai mali e infermità”.
“Cari neo-candidati -conclude – fare politica é davvero cosa seria e significa servire la comunità ed in particolare i poveri. Ognuno di voi si faccia l’esame di coscienza e se si senteall’altezza di abbracciare questa causa scenda in campo efaccia la sua parte, o altrimenti retroceda!”.
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