63esimo giorno di guerra in Ucraina. Per il presidente russo Vladimir Putin, senza un accordo su Crimea e Donbass la pace non è possibile. Secondo Kiev, le forze russe avrebbero bombardato due volte la città di Avdiivka, nella regione orientale ucraina di Donetsk, con munizioni al fosforo. La Russia, intanto, ha sospeso le forniture di gas a Polonia e Bulgaria e, dopo lo stop, è salito il prezzo della materia prima. Mosca afferma di aver distrutto in un attacco missilistico nel sud-est dell’Ucraina una “grande quantità” di armi consegnate a Kiev dagli Stati Uniti e dai Paesi europei. – continua sotto –
Kiev: “Avdiivka bombardata con munizioni al fosforo” – Le forze russe hanno bombardato due volte la città di Avdiivka, nella regione orientale ucraina di Donetsk, con munizioni al fosforo. Lo ha denunciato il capo dell’amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko, “I russi hanno colpito due volte Avdiivka con munizioni al fosforo. Prima hanno attaccato la notte scorsa nelle vicinanze dell’impianto di coke di Avdiivka e questa mattina, nel centro della città. A seguito dei due bombardamenti con pezzi di artiglieria, sono scoppiati diversi incendi nel città”.
Polonia: “Affronteremo il ricatto di Mosca sul gas” – La decisione di bloccare le forniture di metano è un ulteriore passo dell'”imperialismo del gas” della Russia e “un attacco diretto alla Polonia”. Lo ha detto il premier polacco Mateusz Morawiecki ai parlamentari, secondo quanto riporta Bloomberg. “Affronteremo questo ricatto con la pistola puntata alla testa senza che i polacchi se ne accorgano”, ha aggiunto ricordando che la Polonia ha 2,3 miliardi di metri cubi di riserve di gas, sufficienti per un mese e mezzo o anche più in caso di rialzo delle temperature. “La Russia ha attaccato l’economia europea con misure inflazionistiche. La ‘Putinflazione’ ha lo scopo di far alzare ancora di più i costi del gas”, ha aggiunto Morawiecki.
Bulgaria: “Inaccettabile il ricatto russo sul gas” – L’interruzione delle forniture di gas russo alla Bulgaria da parte della Gazprom a causa della richiesta di Mosca di modificare la valuta di pagamento rappresenta “una grave violazione del contratto ed equivale a un ricatto”. Lo ha detto il premier bulgaro, Kiril Petkov, secondo quanto riferisce il Guardian. – continua sotto –
Berlino: “Noi paghiamo il gas dalla Russia in euro” – “Gli importatori tedeschi di gas pagano in euro”. Lo ha detto il portavoce del governo tedesco, Steffen Hebestreit, in conferenza stampa a Berlino, rispondendo a un giornalista che chiedeva se la Germania smentisse che le imprese pagheranno in rubli.
Berlino: “Dipendenza dal gas russo della Germania è calata al 35%” – “La dipendenza della Germania dal gas russo è calata a una quota del 35%”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Robert Habeck in conferenza stampa a Berlino. Nelle scorse settimane lo stesso vicecancelliere aveva parlato di una quota ridotta al 40%. “Gli approvvigionamenti per l’estate sono garantiti”, ha anche affermato. Sollecitando di nuovo al risparmio del gas, il ministro verde ha ribadito che si lavora con forte pressione “per ridurre l’autonomia della Germania velocemente”. Anche l’ampliamento delle energie rinnovabili può sostituire il gas.
Von der Leyen: “Pagare il gas in rubli viola le sanzioni” – “Le nostre linee guida sono molto chiare: pagare in rubli se non è previsto nel contratto è una violazione delle nostre sanzioni”. Lo ha detto il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante un punto stampa. “La richiesta da parte russa di pagare in rubli è una decisione unilaterale e non è in linea con i contratti”, ha aggiunto. – continua sotto –
Vienna: “Da Mosca fake news, continuiamo a pagare gas in euro” – L’Austria nega di aver iniziato a pagare il gas russo in rubli. Lo comunica il cancelliere austriaco Karl Nehammer su Twitter: “Sono fake news della propaganda russa. Omv (la compagnia di gas austriaca ndr) continuerà a pagare in euro le consegne di gas dalla Russia. L’Austria si attiene alla lettera alle sanzioni concordate dall’Ue”.
Ucraina, Gb: “Illegittima la minaccia di rappresaglia da parte di Mosca” – E’ “illegittima” la minaccia di Mosca di una risposta militare proporzionale contro i Paesi Nato dopo che il Regno Unito ha dato il suo appoggio agli attacchi ucraini contro il territorio russo con armi fornite da Londra. Lo ha detto il vicepremier britannico Dominic Raab, tornando sull’acceso scambio di ieri tra Downing Street e il Cremlino. Per Raab quanto stanno facendo i Paesi occidentali è del tutto lecito. “Abbiamo il diritto di fornire supporto militare a qualsiasi Stato che eserciti il diritto di difesa contro un’invasione aggressiva”, ha aggiunto riferendosi al sostegno all’Ucraina contro l’attacco russo.
Draghi il 10 maggio alla Casa Bianca da Biden – Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, martedì 10 maggio incontrerà alla Casa Bianca, a Washington, il Presidente degli Stati Uniti d’America, Joseph R.Biden jr. Sarà l’occasione per riaffermare la storica amicizia e il forte partenariato tra i due Paesi. Al centro dell’incontro, spiega Palazzo Chigi, “il coordinamento con gli Alleati sulle misure a sostegno del popolo ucraino e di contrasto all’aggressione ingiustificata della Russia”. Saranno inoltre discusse “le eccellenti relazioni bilaterali e riaffermata la solidità del legame transatlantico” e “sarà affrontata la cooperazione nella gestione delle sfide globali, dalla sicurezza energetica al contrasto ai cambiamenti climatici, dal rilancio dell’economia allo sviluppo della sicurezza transatlantica”. Draghi e Biden si confronteranno anche su questioni regionali e sui preparativi in vista dei vertici G7 e Nato di giugno.
Ue propone stop a tutti i dazi sui prodotti dall’Ucraina – La Commissione europea ha proposto di sospendere per un anno tutti i dazi sui prodotti ucraini esportati nell’Ue. La proposta include anche la sospensione di tutte le misure antidumping e le tasse in vigore sull’acciaio ucraino. “E’ una misura senza precedenti per garantire all’Ucraina un commercio a zero dazi”, ha annunciato il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. La proposta deve ora passare il vaglio del Parlamento europeo e degli Stati membri.