Aversa (Caserta) – Con la fattiva partecipazione dell’assessore alle Politiche sociali, Luigi di Santo, in collaborazione con la dottoressa Cristina Accardo, coordinatrice dell’Ambito socio-sanitario C6, è stato varato mercoledì 4 scorso il protocollo operativo per la prevenzione e il contrasto delle violenze contro le donne ed i minori proposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord. – continua sotto –
Oltre a quello dell’agro aversano hanno aderito gli altri Ambiti socio-sanitari delle provincie di Caserta e Napoli, le rispettive Questure, i rispettivi comandi provinciali dei Carabinieri ed Uffici scolastici provinciali, le Asl di Napoli 2 e di Caserta, l’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, la Rete Dafne e altre realtà sociali.
Gli obiettivi dell’importante documento sono quelli di favorire l’emersione dei fenomeni di violenza e attivare iniziative per facilitare la raccolta delle denunce, assicurando assistenza e protezione alle vittime, creando percorsi di accoglienza, predisponendo interventi integrati e multidisciplinari atti sia a farsi carico delle esigenze immediate delle stesse vittime, sia a perseguire tempestivamente gli autori dei reati e delle violenze.
“Per tale necessità – l’assessore Di Santo – sono stati inseriti nel Piano di Zona 2020 dello stesso Ambito C6 importanti fondi economici per sostenere iniziative analoghe. Così ha visto la luce una ulteriore importante iniziativa: su proposta di Aversa, insieme ad altri due comuni dell’Ambito C6, Carinaro e Orta di Atella, abbiamo aderito alla ‘Sperimentazione CareLeavers 2021’“. – continua sotto –
“In buona sostanza – specifica l’esponente della Giunta Golia – si tratta di uno strumento con il quale il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, con il decreto Piano Povertà 2021-2023, propone un programma in favore di coloro che, al compimento della maggiore età, vivono fuori dalla famiglia di origine sulla base di un provvedimento dell’autorità giudiziaria. Il progetto CareLeavers rappresenta, quindi, l’opportunità per i neomaggiorenni accolti attualmente nelle strutture di essere accompagnati nell’autonomia attraverso la creazione di supporti necessari per consentire loro di costruirsi gradualmente un futuro e di diventare adulti dal momento in cui escono dal sistema di tutele. Un progetto – conclude Di Santo – che vuole affrontare le fragilità di una fase della vita molto complessa e resa più complicata dalle singole vicende di disagio sociale“.