Aversa (Caserta) – Tasse troppo alte e troppe cose che non funzionano. Stanchi delle chiacchiere della politica locale, dove anche l’opposizione sembra essere troppo lassista nei confronti di un’amministrazione arcobaleno che va avanti praticamente senza ostacoli, scendono in campo direttamente i cittadini con un’azione diretta a richiamare l’attenzione della politica su temi che sembrano essere dimenticati o che si cercano di far passare sotto silenzio. In primo luogo, la raccolta firme dei cittadini intende richiamare l’attenzione della politica locale sulle troppe tasse arrivate tutte insieme. – continua sotto –
E’ stato questo il punto di coagulo dei cittadini di Aversa che stanno preparando una petizione popolare da protocollare in Comune per chiedere una dilazione dei pagamenti e non solo. Già poco meno di un migliaio le firme raccolte in via Roma nello spazio temporale di una mattina domenicale. In particolare, nel mirino degli organizzatori dell’iniziativa la Tari con le cartelle dell’anno scorso e di quest’anno giunte a pochissima distanza le une dalle altre con un aumento della tariffa che va abbondantemente oltre il 20% che l’amministrazione guidata dal sindaco Alfonso Golia aveva annunciato.
«Visto che veniamo da due anni di pandemia – si legge in un manifesto – e i redditi familiari si sono abbassati e vi è una lenta ripresa non è possibile che in una città dove mancano molti servizi si paga una tassa Tari più alta d’Italia». Addirittura, una coppia di anziani, che vive in un appartamento di 50 metri quadrati paga praticamente 300 euro di acconto. Una somma impossibile per chi vive di una pensione che non supera i mille euro mensili.
Ma, come giustamente fatto notare dagli organizzatori della protesta, non è questo l’unico obiettivo degli organizzatori della raccolta di firme. Nel mirino, infatti, anche il disservizio dai parchi chiusi, lo spazzamento che funziona ad intermittenza passando per le strade sporche dagli escrementi dei cani. Gli organizzatori si riferiscono, in primo luogo, al parco Ninì Grassia, in via Atellana, praticamente chiuso da quando è stato inaugurato dieci anni fa, tanto che, nelle stanze destinate alla custodia, un immigrato avevano organizzato la propria camera da letto con servizi, dove viveva indisturbato sino a quando, qualche anno fa, gli agenti della polizia municipale non lo costrinsero a sloggiare. – continua sotto –
Da anni, poi, si parla di orti sociali da istituire in quegli spazi, ma tutto rimane inesorabilmente sulla carta e l’erba continua a crescere dietro ai cancelli sbarrati. Situazione non dissimile per il parco intitolato al maestro Antonio Balsamo. L’ampio spazio, sino allo scorso anno, sebbene a singhiozzo, andava avanti dando un minimo di ospitalità ai residenti in zona. Ma l’amministrazione ha deciso di chiuderlo e la sua sorte sembra annunciata.
I firmatari dell’appello non hanno dimenticato nemmeno le due isole ecologiche di via Cappuccini e via Perugia, chiuse oramai da quasi due anni. Quest’ultima non deve essere riaperta perché ubicata a ridosso delle case e di un poliambulatorio Asl, ma quella di via Cappuccini continua ad essere chiusa con gli aversani che, pur pagando la Tari tra le più care d’Italia, non possono portare a discarica determinate tipologia di rifiute se non quando il comune organizza le giornate di “SvuotaCantine” facendo sembrare “un grande favore” per i cittadini quella che non è altro se non una pezza per porre rimedio alla mancanza di un’isola ecologica.
Infine, i firmatari dell’appello evidenziano come le strade della città siano sporche, soprattutto a causa degli escrementi dei cani. Una circostanza che coinvolge, occorre dirlo, anche l’inciviltà dei padroni di questi incolpevoli quadrupedi.