Aversa (Caserta) – Si conferma la confusione totale degli uffici comunali di Aversa per quanto riguarda la gestione del mercato ortofrutticolo di viale Europa. Nel corso di un procedimento di giustizia amministrativa dinanzi al Tar Campania, i giudici avevano chiesto al Comune normanno di depositare gli atti attestati la posizione giuridica dell’operatore mercantile che aveva presentato ricorso per capire quali erano i criteri seguiti per scegliere la ventina di operatori rientrati dopo i due anni di chiusura, poiché nel giudizio era stato coinvolto (quale controinteressato) uno degli operatori già rientrati. – continua sotto –
Nello specifico, era richiesta la documentazione atta a dimostrare la posizione giuridica della società ricorrente che fa capo all’operatore Romeo Tirozzi. L’amministrazione comunale, attraverso il dirigente responsabile del settore, il comandante della Polizia municipale, Stefano Guarino, rispondeva che non risultava agli atti del Comune la voltura dello stand mercantile a favore della società ricorrente. Una risposta che ha provocato una risata amara sia in Romeo Tirozzi sia nell’avvocato Fabio Roselli che lo rappresenta in giudizio. Subito dopo Tirozzi non si è dato per vinto ed ha iniziato a scavare tra le proprie scartoffie. “Mi sono ricordato – ha dichiarato il noto operatore commerciale che è presente nella struttura di viale Europa praticamente sin dalla nascita – che, una trentina di anni fa, con mia mamma che invecchiata, decidemmo di fare una società nella quale entrai anch’io. Avanzammo domanda di voltura dello stand che avevamo nel mercato ortofrutticolo e ci fu accolta”.
Sono stati necessari una decina di giorni ma, alla fine, quel provvedimento del Comune, ovviamente in copia, Tirozzi lo ha rinvenuto tra la sua documentazione. Si tratta di una delibera di giunta del 27 dicembre del 1991, con la quale si autorizzata la voltura dell’intestazione dello stand presente nella struttura mercantile. Tirozzi e il suo legale Roselli si dicono basiti e confermano quanto dichiarato qualche giorno fa, quando gli era stato detto, in pratica, che erano degli abusivi: “Fino a ieri non sapevamo a che titolo ci chiedevano con la nostra ditta i soldi per servizi mai ricevuti né tantomeno ci dicevano quando riaprirà il mercato; poi, addirittura, abbiamo appreso che il Comune di Aversa nega di aver un rapporto regolare in essere. Siamo di fronte ad una vera e propria dissociazione. Abbiamo pendenti giudizi in cui ci opponiamo a richieste di pagamento di tasse. Ma a che titolo, allora, ci venivano richieste se non abbiamo titolo ad essere presenti? Inoltre, abbiamo avanzato richieste di notizie all’Amministrazione che ci ha risposto. A che titolo lo ha fatto se non avevamo diritto alcuno? Comunque, ci abbiamo pensato noi a toglierli da ogni imbarazzo. Sono appena 31 anni che siamo presenti nel mercato ortofrutticolo con la nuova ragione sociale”.
Insomma, l’ennesima figuraccia dell’amministrazione aversana. Ad essere colpevole non solo quella attuale guidata dal sindaco Alfonso Golia ma anche tutte quelle che si sono succedute nell’ultimo quarto di secolo che nulla hanno fatto per almeno manutenere in maniera decente una struttura che ha da sempre rappresentato uno dei fulcri economici della città con i suoi cinquecento addetti compreso l’indotto. L’ultima amministrazione ad averci messo mano, una trentina di anni fa, quella guidata dall’ultimo sindaco di Sinistra, Raffaele Ferrara. Allora, per scongiurare la chiusura si effettuarono i lavori a macchia di leopardo facendo in modo che tutto il mercato fosse aperto. Per trent’anni quasi, poi, la struttura è rimasta senza alcun tipo di manutenzione tanto che, ad un certo punto, i bagni erano impraticabili e c’è stato chi faceva i propri bisogni tra le cassette dei prodotti ortofrutticoli. Da qui la decadenza e il blitz dei carabinieri di Noe e Nas e degli ispettori dell’Asl in quel famigerato 10 ottobre di oramai tre anni fa.