Sono pronti ad essere messi da parte anni di conflitti e durissime sanzioni di fronte alla necessità di petrolio e gas. Gli Stati Uniti sono pronti a bussare alla porta del Venezuela di Nicolas Maduro. A confermarlo lo stesso presidente del Paese sudamericano, il quale ha dichiarato che Biden e le autorità americane hanno emesso licenze che permetteranno ad alcune compagnie occidentali di poter esportare petrolio e gas naturale da Caracas, decisione strategica per ovviare al (parziale, e futuro) embargo dalla Russia. – continua sotto –
“Si stanno compiendo i primi passi. Gli Usa, una settimana fa più o meno, hanno compiuto un passo significativo concedendo licenze alla statunitense Chevron, alla italiana Eni e alla spagnola Repsol, di iniziare i processi che permetteranno di produrre petrolio e gas in Venezuela per esportarli ai loro mercati naturali”, ha detto Maduro nel corso di una trasmissione televisiva.
La notizia, al momento, non è stata commentata da Eni. “Sono passi piccoli ma significativi”, ha detto Maduro ricordando che il Paese caraibico dispone delle maggiori riserve certificate di petrolio al mondo”. Il “greggio di cui il mondo ha bisogno per funzionare è qui in Venezuela e noi disponiamo del quadro giuridico per accettare investimenti”, ha aggiunto.
Il Venezuela, sprofondato da anni in una grave crisi economica, politica e sociale, nel 2019 ha sfiorato la guerra civile, con metà della popolazione avversa a Nicolás Maduro. L’embargo che gli Stati Uniti hanno applicato a Caracas ha inevitabilmente aggravato la recessione e inasprito la conflittualità. Ora la guerra russo-ucraina sta sbloccando la situazione: l’amministrazione Biden, infatti, ha fatto sapere che allenterà le sanzioni economiche contro il regime venezuelano di Maduro per favorire i negoziati tra il governo e l’opposizione, specificando che procederà in questo senso su “richiesta” di Juan Guaidó, il capo dell’opposizione, autoproclamato presidente del Venezuela.