I finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria, con l’ausilio di unità cinofile e la collaborazione delle Fiamme Gialle di Livorno, Olbia, e della Sezione Aerea di Lamezia Terme, su delega della Procura della Repubblica di Palmi, diretta da Emanuele Crescenti, hanno dato esecuzione a un’ordinanza cautelare personali nei confronti di 16 soggetti per detenzione e spaccio di marijuana. – continua sotto –
Disposti la custodia cautelare in carcere nei confronti di 12 persone e il divieto di dimora nei confronti degli altri 4 soggetti. I destinatari dell’ordinanza, emessa dal gip del tribunale di Palmi, sono dieci di origine italiana, residenti a Gioia Tauro, Rosarno e Palmi, un liberiano, un senegalese e quattro ghanesi, di cui uno risulta tuttora percettore di reddito di cittadinanza, beneficio che verrà immediatamente sospeso, così come previsto dalla normativa vigente.
Ai 16 indagati vengono provvisoriamente contestati, a vario titolo, i reati di produzione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, ma anche di combustione illecita di rifiuti pericolosi, di resistenza a pubblico ufficiale, di evasione e furto, fatti salvi ulteriori approfondimenti che saranno eseguiti, anche in favore degli indagati, nel corso del procedimento che attualmente pende nella fase delle indagini preliminari, e la conferma delle ipotesi investigative sinora formulate negli eventuali successivi gradi di giudizio.
L’operazione, denominata “Rail Verde” ed eseguita dal Gruppo di Gioia Tauro, ha permesso di scoprire le condotte illecite degli indagati che avrebbero incentrato la propria attività criminale sulla marijuana di cui curavano la coltivazione, il “controllo di qualità”, la preparazione all’immissione in vendita ed infine l’immissione sul mercato. L’indagine ha origine nel giugno 2021 quando un elicottero della Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Lamezia Terme individuava una vasta piantagione di marijuana, situata su un terreno demaniale del Comune di Gioia Tauro, nei pressi del termovalorizzatore. Sul posto furono sequestrate 1.219 piante di cannabis e 14 chili di infiorescenze, per un totale di 795,95 chili di marijuana. – continua sotto –
Le indagini hanno consentito di ricostruire come la piantagione fosse irrigata tramite un sofisticato sistema “a goccia”, costantemente vigilata dagli indagati. Uno di questi, in particolare, si sarebbe recato giornalmente sul posto evadendo dagli arresti domiciliari disposti nei suoi confronti nell’ambito di altro procedimento penale, accedendovi attraverso la linea ferroviaria che costeggia il terreno. Alcuni tra gli indagati, inconsapevoli di essere monitorati dagli investigatori, nell’imminenza dell’intervento che ha portato al sequestro, hanno tentato di dileguarsi tra i campi del “Bosco di Rosarno” mentre altri si sono dati ad una spericolata fuga fra le trazzere, a bordo di un mezzo inseguito dalle auto della Guardia di Finanza. Fuga terminata con un rovinoso incidente. Altri soggetti, invece, hanno provato a distruggere le piantine dando fuoco alla piantagione e costringendo i finanzieri sul posto a mettere in sicurezza dall’incendio il terreno e le coltivazioni nelle adiacenze.
Individuati anche il luogo di deposito, di lavorazione ed essiccazione dello stupefacente dal quale gli indagati scambiavano foto, anche selfie, via WhatsApp, e ricostruite decine di operazioni di spaccio tra Gioia Tauro e Livorno, effettuate anche in pieno giorno ed in zone perfino frequentate da bambini. IN ALTO IL VIDEO