Gricignano-Marcianise, addio ad Angelo Maria: lo storico custode della chiesa di Santa Venere

di Antonio Taglialatela

Gricignano (Caserta) – Se n’è andato all’età di 74 anni Angelo Maria, storico custode della chiesa campestre di Santa Venere, situata al confine tra Marcianise e Gricignano. – continua sotto –

Angelo, che lascia moglie e tre figli, era marcianisano di nascita ma da tempo risiedeva tra Carinaro e Gricignano dove, domenica 26 giugno, sono state celebrate le esequie nella chiesa di Sant’Andrea Apostolo.

“La sua dipartita – ha commentato il sindaco di Marcianise, Antonello Velardi – è un colpo al cuore perché con lui se ne va un pezzo importante della città, un pezzo dallo straordinario significato antropologico”. Angelo Maria, infatti, era uno degli zampognari storici di Marcianise. Ogni anno andava in giro, casa per casa, a portare l’annuncio del Natale. “Lo faceva per passione – racconta Velardi – e anche per dovere. Una straordinaria passione. Non si è mai fermato, neanche nei momenti difficili del covid: ricordo che mi chiese – e io firmai ben volentieri – un permesso speciale per suonare la sua zampogna quando fortissimo era il rischio di contagio e c’era l’obbligo di non uscire di casa”.

Sulla sua devozione per la chiesa di Santa Venere (o “Santa Veneranda” o “Santa Venera”), un tempietto realizzato nel XVI secolo dai contadini della zona per celebrare le feste agricole, Velardi ricorda: “Era lì, ogni mattina, alle sette, a verificare che fosse tutto a posto, a pregare, a ribadire con la sua presenza che quel tempietto era una parte della sua storia e anche della storia di Marcianise. Accoglieva i viandanti, coloro che, tra una corsa e l’altra, consideravano e continuano a considerare Santa Venere una tappa obbligata”. – continua sotto –

“Sono grato ad Angelo – sottolinea il sindaco marcianisano – perché, nella sua semplicità ma nella sua grande concretezza, ha contribuito in modo determinante a tenere viva una tradizione, a non disperdere una parte per me importante della nostra storia, del nostro modo d’essere. È stato un custode della Storia, quella con la esse maiuscola. Sono certo che continuerà a guardarci sorridente dalle praterie celesti e a suonare da lì, con le sue zampogne, sollecitando tutti noi a tenere vivo l’interesse per le tradizioni, per Santa Venere. Per quel mondo contadino che è parte di noi, che è noi stessi. Ai familiari le più affettuose condoglianze. A lui una dolce carezza e un grazie grande quanto il mondo. Riposi in pace, come è giusto che sia”.

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