Alessia Pifferi non ha avuto scrupoli nel lasciare a casa da sola per più di sei giorni la figlia Diana, di un anno e mezzo, per portare avanti le sue relazioni e divertirsi, ben sapendo che poteva morire di stenti. – continua sotto –
Per questo motivo il pm di Milano Francesco De Tommasi ha contestato alla donna, accusata di omicidio volontario, l’aggravante dei futili motivi oltre a quella della premeditazione. Il magistrato ha chiesto la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere perché ritiene che la 37enne sia una persona pericolosa e che sussista il pericolo di reiterazione del reato.
“Sapevo che poteva andare così” – La piccola Diana è morta, secondo i primi accertamenti in attesa dell’autopsia, “per stenti e mancanza del necessario accudimento”. La Pifferi, durante l’interrogatorio nella notte tra mercoledì e giovedì, non ha mai pianto, né perso il controllo ed è apparsa lucida nella ricostruzione dei fatti. “Sapevo che poteva andare cosi'”, avrebbe detto davanti al pm, rimanendo, però, in silenzio di fronte ad alcune domande sul suo comportamento. Nel pomeriggio di venerdì la donna sarà interrogata dal gip di Milano Fabrizio Filice, nel carcere di San Vittore.
La ricostruzione – Secondo le indagini, nel tardo pomeriggio del 14 luglio, Pifferi avrebbe lavato e cambiato la piccola e le avrebbe lasciato nel lettino da camping un biberon con del latte. Dopo sarebbe andata a Leffe, in provincia di Bergamo, per raggiungere il suo attuale compagno (non il padre della bimba, ndr), al quale avrebbe detto che Diana era al mare con sua sorella. È rientrata a casa mercoledì mattina e ha trovato la figlia morta. Gli investigatori hanno sequestrato nell’abitazione una boccetta mezza vuota di En, un potente tranquillante, e il sospetto è che la madre potrebbe averlo fatto assumere alla bambina sia quando l’ha abbandonata che in altre occasioni. Non era la prima volta, tra l’altro, che la lasciava sola per qualche giorno. – continua sotto –
Si fingeva “psicologa infantile” – Alessia Pifferi raccontava agli abitanti di Leffe “di essere una psicologa infantile e di saperci fare con i bambini”. Lo riporta l’Eco di Bergamo. È lì, in casa, che la donna il 29 gennaio 2021 aveva dato alla luce Diana. Una gravidanza, raccontava la 37enne, di cui non si era accorta fino all’ultimo. E spesso, raccontano nel paese, si vedeva in giro con il passeggino. Lo scorso anno aveva detto, mentendo, che la madre era morta di Covid. “Mi aveva detto che doveva andare in gita con il compagno – ha riferito al quotidiano una negoziante – e che la figlia gliel’avrebbe tenuta la mamma, ma che poi era saltato tutto perché la madre si era ammalata di Covid e, alla fine, era pure morta. ‘Devo andare in Calabria per i funerali’, aveva raccontato”.