Aversa (Caserta) – Ancora una porta danneggiata, ancora momenti di terrore tra sanitari e pazienti presenti. Ancora una volta teatro di questa scena, oramai e purtroppo, consueta i locali del pronto soccorso del “Moscati” di Aversa dove le violenze nei confronti della struttura ospedaliera (e sempre più spesso) degli addetti al reparto sono quasi pane quotidiano. – continua sotto –
Sarà il caldo, sarà l’impazienza e la prepotenza di alcuni (quasi sempre provenienti dalla zona calda dell’Agro Aversano), fatto sta che questi episodi si ripetono con una frequenza impressionante senza che, però, si riesca a porre un freno attraverso decisioni che, ad oggi, tardano a venire. Praticamente, i malcapitati addetti al pronto soccorso sono lasciati in balìa di sé stessi, non solo a fare fronte al traffico di pazienti (secondo in Regione Campania al solo pronto soccorso del Cardarelli) ma anche alle intemperanze di accompagnatori di pazienti che mancano completamente di senso civico e non trovano niente di meglio che danneggiare le strutture ospedaliere o, al peggio, aggredire infermieri, medici e anche vigilantes.
L’ultimo episodio risale a questo fine settimana con un 56enne di Sant’Antimo (Napoli), ha accompagnato la moglie al pronto soccorso e, contravvenendo al protocollo covid, pretendeva di entrare anche lui insieme alla consorte. Al diniego degli addetti, seguendo il solito copione, come in un film visto e rivisto, dapprima ha iniziato ad inveire contro il personale, reo a suo avviso di non fare il proprio dovere e non consentirgli di accompagnare la moglie, ha iniziato a colpire la porta del triage nel tentativo, quasi certamente, di raggiungere la malcapitata addetta presente in quel momento che aveva la sola colpa di fare il proprio dovere. Immediato l’intervento dei carabinieri della locale compagnia, coordinati dal capitano Ludovico Paterni, ai cui occhi si è presentato il solito spettacolo e ai quali non è rimasto altro che procedere all’altrettanto solita denuncia a piede libero nei confronti dell’energumeno di turno.
Un’azione che ha risvegliato anche la politica cittadina. Il sindaco Alfonso Golia ha dichiarato in proposito: «E inaccettabile questa deriva violenta nei confronti degli operatori del pronto soccorso di Aversa e, in genere, di tutti gli ospedali. Bisogna presidiare con forze dell’ordine i nostri nosocomi. Da un lato abbiamo numerosi gravi episodi di violenza a livello nazionale, ma non per questo possiamo assolutamente lasciare soli gli operatori della sanità». – continua sotto –
«Gli ospedali – ha continuato il primo cittadino normanno – sono i luoghi di cura della popolazione e dobbiamo fare di tutto perché gli addetti lavorino in tranquillità, senza la preoccupazione di essere aggrediti, perché negli ospedali si salvano le vite. Purtroppo, esistono persone violente alla cui furia non possiamo lasciare esposti gli operatori sanitari. Per questo occorre ripristinare i drappelli delle forze dell’ordine nei nosocomi, soprattutto nei pronto soccorso. Non possiamo abbandonare medici e infermieri. A tutti gli operatori del pronto soccorso del Moscati di Aversa va la mia solidarietà».
Dal pronto soccorso sottolineano che si continua a lavorare in emergenza: soprattutto senza medici e con soli due oss. Ieri mattina, c’erano solo due medici senza chirurgo e gente che aspettava per ore. Nel pomeriggio è stato fatto un ordine di servizio ad un medico della gastroenterologia che si sarebbe dichiarato non in grado di valutare la gravità delle condizioni dei pazienti in quanto medico di reparto e non di pronto soccorso. Insomma, definire il pronto soccorso del Moscati un reparto di frontiera continua ad essere un eufemismo.