CASAL DI PRINCIPE. La politica nazionale e regionale a fronte di una martellante propaganda mediatica portata avanti a colpi di evanescenti, quanto strombazzati, protocolli dintesa non si può dire che abbia prodotto risultati sufficientemente incisivi nel quadro del contrasto al crimine organizzato.
Un esempio lampante di questa sconfortante verità è dato dal mancato riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati. Emblematico il caso dellormai celeberrima o famigerata che dir si voglia villa di Walter Schiavone, sita in Casal di Principe e confiscata dal 1998. Sì signori, avete capito bene, 1998, vale a dire dieci anni or sono, durante i quali la villa in oggetto è stata nella piena disponibilità del Comune di Casal di Principe ed ormai sono diversi anni che la stessa è nella gestione del consorzio Agrorinasce a cui il Comune lha ceduta in comodato duso. Dopo i primi nove anni, diciamo così di sbandamento, si è deciso, finalmente, nel 2007, di concerto con Regione Campania, Comune di Casal di Principe, Asl Ce2 e Consorzio Agrorinasce di farne un centro sportivo riabilitativo per disabili dai contenuti davanguardia e di affidarne la progettazione alla facoltà di architettura della Seconda Università di Napoli. Idea sulla carta encomiabile. Peccato, però, che sulla carta sia rimasta. Dal sito del presidente Antonio Bassolino si annuncia: La progettazione esecutiva sarà portata a termine per il15 luglio 2007 mentre la fine dei lavori è prevista per il 30 giugno
Ora, al di là della legittima domanda su cosa sia stato fatto per il recupero del bene in oggetto nei primi nove anni dalla data della confisca definitiva, ci si chiede, con riferimento alloggi, come mai i lavori tanto annunciati a seguito di cotanto accordo con