Prof ucciso a scuola: un prestito dietro l’omicidio. Il bidello voleva caricare cadavere in auto

di Redazione

Ci sarebbe una lite su un prestito alla base dell’omicidio del professor Marcello Toscano, docente di sostegno ucciso a coltellate martedì scorso nella scuola media “Marino Guarano” di Melito di Napoli, dove prestava servizio. – continua sotto – 

Secondo quanto finora trapelato, Toscano, residente a Mugnano di Napoli, città in cui aveva ricoperto anche la carica di consigliere comunale e risultato primo dei non eletti del Pd alle ultime amministrative, aveva prestato del denaro a Giuseppe Porcelli, 54 anni, collaboratore scolastico, che intendeva aprire un’attività commerciale. Di quel prestito non erano a conoscenza i familiari di Toscano. Soldi che, però, Porcelli, da ieri mattina in stato di fermo, non poteva o non voleva restituire.

Il collaboratore scolastico era già stato identificato mercoledì grazie alle telecamere di sorveglianza di un negozio situato vicino all’istituto scolastico e alle testimonianze di alcune persone che, nel pomeriggio di martedì, giorno dell’omicidio, si trovavano nella palestra della scuola. Intorno alle 13 di martedì il professor Toscano, seguito dal collaboratore scolastico, si recava verso un locale adibito a deposito dove il giorno seguente i carabinieri avrebbero trovato tracce di sangue. Mezz’ora dopo tornava indietro solo Porcelli, che rientrava a casa e, come messo a verbale dalla compagna, si cambiava gli abiti. Verso le 17 la telecamera riprendeva Porcelli che, a bordo di un’auto, si dirigeva verso il deposito. Pare che la sua intenzione fosse caricare nella vettura il cadavere del docente e abbandonarlo da qualche parte. Tentativo non riuscito forse perché erano presenti alcuni operai in palestra che avrebbero potuto notarlo. A quel punto, in preda al panico, Porcelli trascinava e adagiava la salma in un’aiuola dell’istituto. Porcelli ritornava a casa per la seconda volta ed effettuava un altro cambio di abiti, sporchi di sangue, poi recuperati dai carabinieri.

Secondo il cugino di Toscano, Marcello Curzio, che nelle ore successive al delitto aveva scritto un post durissimo su Facebook, Porcelli era tornato a scuola ancora una volta in serata, dopo il ritrovamento del corpo, guardando la scena, offrendo una sigaretta proprio a Curzio, per poi andare via dicendo che la compagna aveva avuto un malore. Davanti al pubblico ministero di Napoli Nord, Fabio Sozio, che coordina le indagini, Porcelli ha negato ogni accusa ma gli investigatori, che presto chiederanno la convalida del fermo, ritengono di aver raccolto prove schiaccianti a carico del 54enne.

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