CASAL DI PRINCIPE. “Sulla base della mia esperienza posso dire che nel carcere gli affiliati non si fermano. Continuano ad occuparsi dei loro interessi criminali mettendosi in contatto sia con l’esterno del carcere sia con gli altri affiliati detenuti.
Sono in grado di rendere concrete queste mie affermzioni con degli specifici esempi”. Lo ha detto il collaboratore di giustizia Luigi Diana, nel corso di un interrogatorio reso il 24 magigo 2007 ai pm della direzione distrettuale antimafia di Napoli. Luigi Diana si penti’ nell’aprile del 2005, dopo di lui anche il fratello Alfonso. Nel corso di una dichiarazione resa il 24 maggio 2007 Luigi Diana parla di Andrea Autiero “incontrato sia nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, quando veniva al processo ‘Spartacus’ sia poi in seguito a Spoleto”. Rivela il collaboratore di giustizia che Autiero “in carcere era dinamicissimo poiche’ sfruttava il fatto che faceva l’elettricista dunque poteva muoversi fra i vari reparti -continua- mi riferisco specificatamente al carcere di Spoleto nel quale stavamo nella stessa stanza”.
“Facendo l’elettricista -rivela il pentito Luigi Diana- mi raccontava che pigliava i vari biglietti degli affiliati al clan dei Casalesi, fra cui quelli di Bidognetti Francesco e Biondino Francesco. Questi biglietti venivano appallottolati e buttati nel passaggio dove l’Autiero stesso o alcuni detenuti che facevano i lavoranti nel carcere originari di Gela, raccoglievano e consegnavano all’Autiero. Inoltre Autiero si piazzava -prosegue nel racconto Luigi Diana- in un atrio di passaggio dove pure raccoglieva i bigliettini che contenevano tutti i messagi relativi all’attivita’ del clan. Ricordo che cosi’ come mi raccontava Autiero, il Bidognetti Francesco nei bigliettini gli chiedeva come andassero le attivita’ a Gricignano d’Aversa, in particolare rivendicava la rata per le estorsioni per la costruzione del centro residenziale della Nato, estorsioni che lo stesso Bidognetti molti anni prima quando era libero aveva chiuso”.
Gli ordini veniva impartiti anche con altre modalita’. Racconta ancora il collaboratore Luigi Diana che “Autiero poi riusciva a trasmettere all’esterno le sue decisioni attraverso i colloqui che faceva con i suoi famigliari, principalmente i nipoti e la moglie”.
Fonte : Caserta News