CASAL DI PRINCIPE. “Il business di Gomorra è senza confini. Anzi: dopo avere bruciato la Campania e affumicato il centro-nord, da anni i Casalesi inquinano mezzo mondo anche grazie ai lunghi sonno d’investigatori e inquirenti (Dea a parte)”. Lo scrive oggi, in una lunga inchiesta sugli investimenti della camorra all’estero, il Sole 24 Ore.
Secondo il quotidiano di Confindustria, le famiglie dei Casalesi hanno una presenza molto forte e ramificata in Spagna, attraverso immobili, aziende agricole, alberghi, ville,negozi di lusso e tanto traffico di droga. Dopo il crollo del muro di Berlino i Casalesi si sono spostati in Est Europa guadagnano una marea di soldi attraverso il traffico di armi. “Fu un’epoca d’oro: la vendita di kalashnikov nella metà del mondo in guerra era appannaggio dei Casalesi” scrive Roberto Galullo, inviato del Sole 24 Ore. I soldi guadagnati con il traffico di armi insieme ai contatti con gli ex agenti segreti dei Paesi dell’est sono stati utilizzati per nuovi investimenti in “Ungheria, Polonia e soprattutto Romania, il nuovo Eldorado dei Casalesi. La ruota della fortuna gira intorno al business deigiochi d’azzardo omline, casinò, poker, lotterie, scommesse e concorsi”. Ma la Romania è nel mirino degli investigatori perché “i Casalesi hanno diverse fabbriche (a partire da quelle tessili) nell’area di Timisoara”. Non solo. “La Romania non è solo poker online e fabbriche, ma anche gigantesche aziende agricole nelle quali si produce latte di bufala campana: con quali garanzie? Si ha anche notizia di laboratori grafici artigianali che producono etichette false per certificare come genuine e a norma di legge mozzarelle vendute poi in mezzo mondo” scrive il Sole.
Ma gli interessi economici dei Casalesi sono stati individuati anche “in Brasile, Portogallo, Francia, la Cina dei falsi e del traffico dei rifiuti, la Svizzera per il riciclaggio in banca del denaro sporco, Olanda e Belgio per lo snodo del narcotraffico europeo e persino la Scozia”. I nuovi affari sono anche in Germania, “dove le autorità si sono parzialmente svegliate solo dopo la strage della ‘ndrangheta a Duisburg. Qui i Casalesi, prima infiltravano e poi rilevavano imprese decotte o in crisi. Puntano in Borsa a Francoforte, con coperture o prestanomi difficili da scoprire. In questo momento di recessione poi” scrive il Sole “è facile per i clan immettere liquidità: nelle crisi mondiali le mafie non conoscono mai crisi: semmai le benedicono”.