CASAL DI PRINCIPE. I vertici dei Casalesi volevano fare fuori Giuseppe Setola, oggi superlatitante, esponente dell’ala stragista del clan camorristico del casertano: e a ucciderlo avrebbe dovuto essere Michele Zagaria, storico boss del clan.
Le rivelazioni del collaboratore di giustizia Luigi Diana saranno pubblicate domani dal quotidiano “Buongiorno Caserta”, in alcuni servizi del cronista Carlo Pascarella. Sulla vicenda indaga la Dda. A volere morto Setola sarebbero stati dunque Zagaria, ricercato ormai da 15 anni, e il fratello del padrino Francesco Schiavone Sandokan, Walter Schiavone, attualmente detenuto in regime di ’41 bis’. Secondo il pentito, i vertici dei Casalesi avevano deciso di ucciderlo perché aveva schiaffeggiato un nipote di Sandokan. In una circostanza i killer stavano per entrare in azione dopo aver avvistato Setola in un’auto, ma avevano desistito dall’intento omicida perché con lui c’era uno dei figli di un altro ‘padrino’, Francesco Bidognetti. Per ammazzare Setola, secondo la versione del pentito, quel giorno isicari avrebbero dovuto “per forza di cose” uccidere anche il “rampollo” di Bidognetti. La missione di morte “rientrò”, perché dal carcere Bidognetti, qualche giorno prima, aveva spedito un messaggio sibillino tramite un fedelissimo: “Se si toccano i miei figli, inizierò a parlare”.