CASAL DI PRINCIPE. Era stato arrestato, in provincia di Viterbo, dove viveva con la famiglia, Carmine Schiavone, cugino del boss dei Casalesi Francesco Schiavone Sandokan e primo pentito del clan camorristico casertano.
Nella sua casa erano stati sequestrati fucili e pistole e, assieme a lui, era finito in cella uno dei suoi figli, Maurizio, con laccusa di detenzione delle armi. Oggi il gip del tribunale di Viterbo Rita Cialoni non ha convalidato larresto e lo ha rimesso in libertà. Ai domiciliari, invece, il figlio Maurizio. La decisione del gip è scaturita dal fatto che il figlio di Schiavone ha detto di essere lunico responsabile della detenzione delle armi trovate nel garage della loro abitazione, il tutto allinsaputa del padre. Schiavone era da tempo fuoriuscito dal programma di protezione e si era trasferito in una località protetta del viterbese. Qualche mese fa era risalito alle cronache per alcune voci, a lui attribuite, di un attentato dei Casalesi allo scrittore Roberto Saviano. Da lui sono partiti il processo Spartacus che ha coinvolto, oltre al cugino, altri boss come Francesco Bidognetti Cicciotto e mezzanotte e Michele Zagaria, e le operazioni che hanno portato allarresto di 136 persone.