Ladro ucciso, Bobbio: “Licenza va liberato”

di Redazione

Luigi BobbioSAN CIPRIANO.L’onorevole Luigi Bobbio,presidente provinciale di Alleanza Nazionale di Napoli, interviene nella vicenda degli arresti domiciliari inflitti all’imprenditore di San Cipriano Nicola Licenza, che ha sparato e ucciso un albanese che tentava un furto nella sua abitazione.

“Gli arresti domiciliari inflitti con insolita sollecitudine all’onesto cittadino Nicola Licenza per avere difeso nel pieno rispetto della legge vigente, se stesso, la propria famiglia e i propri beni gridano vendetta e reclamano giustizia. Nicola Licenza deve essere immediatamente liberato e scagionato da ogni accusa quantomeno per metterlo alla pari con la schiera, purtroppo infinita, di rapinatori, stupratori, spacciatori e criminali vari che quotidianamente l’interpretazione buonista della legge da parte di troppi magistrati restituisce alla libertà.

“Registriamo, – continua Bobbio – purtroppo ancora una volta, che in questa strana ed ormai inquietante nazione, gli unici casi di interpretazione rigorosa e di applicazione inflessibile della legge sono riservati dalla magistratura soltanto alle persone perbene ed ai cittadini onesti. Del resto nel caso del signor Licenza non si tratta neanche di applicazione rigorosa del nuovo testo dell’articolo 52 del codice penale, ma si tratta di vero e proprio stravolgimento della norma. E lo dico con particolare rammarico da relatore al Senato e da autore del testo della legge sulla legittima difesa. Una legge che nell’intenzione profonda di noi legislatori era destinata ad erigere un muro che credevamo invalicabile a difesa delle persone per bene e dei loro beni, a difesa delle vittime dei reati. Purtroppo ancora una volta non avevamo fatto i conti con l’interpretazione della legge da pare dei magistrati per i quali, evidentemente, quello che conta è l’inflessibilità nei confronti dei cittadini onesti e la tutela estrema a favore dei criminali”.

Secondol’esponente di An, “chi fa irruzione in casa mia a mia insaputa o contro la mia volontà dovrebbe sapere, grazie ad una legge che credevamo imperativa per i magistrati, che si espone alla mia difesa legittima in qualunque modo essa si concretizzi. Gli arresti domiciliari a Nicola Licenza purtroppo ci dimostrano ancora una volta che la legge per i magistrati non conta e che essa viene vissuta ed interpretata da parte di chi dovrebbe farne semplice applicazione solo come un veicolo delle proprie personalissime convinzioni”. “Pretendiamo una volta di più – conclude Bobbio – che la lettera e lo spirito della nuova legge sulla legittima difesa siano ripristinati nella vicenda che riguarda Nicola Licenza che, peraltro, rappresenta il paradigma delle situazioni che la norma stessa, nell’intenzione di noi legislatori voleva regolare e tutelare sottraendola, si sperava, all’arbitrio ed all’ideologismo di certa magistratura”.

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