Truffa su “sisma bonus” e “110%” nel Casertano, sequestri per 17,5 milioni

di Redazione

La Guardia di Finanza di Caserta ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di crediti d’imposta derivanti dalle agevolazioni dei “sisma bonus” e “110%” per un valore complessivo di oltre 17,5 milioni di euro nei confronti di tre soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di indebita percezione di erogazioni pubbliche e indebita compensazione d’imposta. – continua sotto –

Il provvedimento compendia gli esiti di una articolata indagine di polizia giudiziaria, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, grazie alla quale è stato possibile accertare una serie di condotte illecite che sarebbero state commesse da D.V., 73 anni, nella sua qualità di rappresentante legale di una società, il quale, avvalendosi delle agevolazioni previste dai sisma bonus e superbonus 110% ha ceduto, con l’opzione dello “sconto in fattura”, ad altra società, amministrata e legalmente rappresentata da C.G., 60 anni, crediti d’imposta fittizi per un importo, totale di 17 milioni e 541.315 euro, relativi all’acquisto di unità immobiliari situate in provincia di Benevento su cui sarebbero dovuti essere eseguiti lavori volti alla riduzione del rischio sismico, da realizzare con opere edili che prevedevano la demolizione del pre-esistente immobile e la successiva ricostruzione.

In particolare, secondo quanto emerso dalle indagini, D.V. avrebbe, dapprima, falsificato le comunicazioni di cessione del credito d’imposta, facendo risultare l’avvenuta esecuzione dei lavori, avvalendosi a tal fine anche del concorso di un 47enne professionista che ha provveduto ad apporre sulle dichiarazioni il visto di conformità attestante la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta per gli interventi agevolabili. Successivamente, D.V. avrebbe provveduto a cedere i crediti cosi generati alla società effettiva beneficiaria e incaricata, peraltro, dell’esecuzione dei lavori di ricostruzione e demolizione che le indagini hanno consentito di appurare non essere stati in realtà eseguiti.

“Tali condotte, – spiega in una nota il procuratore Carmine Renzulli – oltre a cagionare consistenti danni alle casse dell’Erario hanno consentito alla società cessionaria e alla cooperativa cedente di ottenere un corrispondente profitto indebito”.

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