Dieci condanne per il gruppo di pusher che controllava parte dello spaccio di stupefacenti a Capua, nel Casertano, e nei comuni limitrofi, con base operativa nelle palazzine popolari. Al termine del giudizio abbreviato, il gup di Napoli ha condannato a 16 anni e otto mesi Claudio Monaco, 51enne ritenuto il capo del gruppo, mentre i figliastri di 27 e 28 anni Fabio e Davide Mandesi sono stati condannati rispettivamente a 12 anni e 7 anni e quattro mesi. – continua sotto –
Durante le indagini della Dda di Napoli è emerso tutto il disprezzo di Monaco per i carabinieri che spesso facevano blitz alle palazzine. In particolare in una telefonata intercettata dopo la morte del 37enne maresciallo Antonio Montaquila, investito e ucciso a Capua nel settembre 2020, Monaco dice: “Devo andare a p… sui suoi fiori”.
Il gruppo non temeva le forze dell’ordine ma solo i lockdown. Sempre Monaco, in un’altra intercettazione, dice al suo interlocutore: “Dobbiamo dimezzare l’approvvigionamento perché se arriva un nuovo lockdown restiamo con la droga in mano”.
La droga veniva nascosta nelle intercapedini della cantine o nel vano ascensore degli alloggi popolari, mai in casa dei pusher; erano state poi installate numerose telecamere per controllare l’arrivo delle forze dell’ordine con vedette ai punti di accesso del parco. Gli appuntamenti con gli acquirenti venivano presi tramite whatsapp con l’uso di termini criptici per indicare la droga.