SANTARPINO. Quello che è successo domenica a SantArpino non ha precedenti nella storia politica locale, ma forse anche nazionale.
Si doveva celebrare una competizione interna per eleggere il nuovo segretario provinciale ed invece è sembrato il solito mercato delle vacche, un po come è successo nellultima tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale.
Tutto può essere logico, anche un aumento significativo delle tessere del Pd, ma non un gonfiamento cosi sproporzionale di oltre 400 tessere in più rispetto agli anni precedenti. Dal 2010 al 2012 SantArpino aveva poco più di 80 tesserati. Per cui non esistono giustificazioni, sia politiche che numeriche. Uno scandalo sotto gli occhi di tutti e sotto (si fa per dire) la tutela dei vertici provinciali e regionali. Ma forse bisognerebbe proprio analizzare tale fenomeno (quello delle tessere fasulle e gonfiate) per capire in effetti cosa ci può fermentare sotto e che dietrologia può avere tutto ciò.
Già è discutibile questo strano accordo sottobanco, forse voluto dai soliti poteri forti (occulti), fra Domenico Cammisa (espulso dal Partito Democratico di SantArpino nel 2012 e misteriosamente riammesso e candidato nella lista di Raffaele Vitale, nonché consigliere di maggioranza nella giunta guidata dal sindaco Eugenio Di Santo) e Adele DAngelo, consigliera comunale dellopposizione, non iscritta al partito (cioè non tesserata) al momento della sua candidatura, nella stessa lista di Vitale. Un connubio strano fra i due candidati (DAngelo e Cammisa) che la dice lunga sulla regolarità stessa del congresso casertano.
Un pasticcio ancora più clamoroso è stato architettato dai dirigenti (o pseudo tali) provinciali casertani del Pd, che hanno consegnato al presidente del seggio (nominato dalla commissione provinciale elettorale), Felice DAntonio (che copre anche lincarico di presidente della sezione locale del Pd a SantArpino) sabato 9 novembre, ore 18.30, la suddetta documentazione, scritta e verbalizzata della competizione elettorale santarpinese, con la relativa urna, verbali e le schede (200) per votare.
Tutto regolare dunque? Niente affatto! Nella stessa notte i lupi notturni-democratici cosiddetti, alti dirigenti del partito, cambiano opinione: non si vota più nella sezione locale del Pd, in via De Gasperi, come prassi, visto che è una competizione interna al partito, ma in una struttura pubblica (aula consiliare), ideata due giorni prima della data prevista (10 novembre) per il congresso provinciale di Caserta.
Tutto farebbe pensare ad uno strano accordo architettato dai due consiglieri comunali candidati nella lista di Raffaele Vitale visto che poi, come si è riscontrato nella competizione, è stata una farsa, quasi come una partita vinta prima di essere giocata.
Perchè prima si riconosce la sede locale del Pd (legittima e indicata nelle documentazioni provinciali del partito) consegnando la documentazione elettorale al presidente del seggio, Felice DAntonio, per poi far marcia indietro? Come si può annullare una verbalizzazione, scritta e firmata e consegnata al presidente, dai dirigenti provinciali casertani del partito, nel giro di poche ore, senza nemmeno avvisare dellimprovvisa decisione lo stesso presidente DAntonio? Oltretutto senza una valida motivazione? Tutti interrogativi rimasti tali. Da questo misterioso pasticcio, domenica ne viene fuori una commedia tragicomica.
A SantArpino si votava in due posti diversi, uno era la sezione locale ufficiale del Partito Democratico, quella in via De Gasperi, e laltra sede architettata e formalizzata nella notte da misteriosi lupi-notturni-democratici (o pseudo-tali) quella in via Mormile – nellaula consiliare del comune.
Tutto è avvenuto fra le ore 11.30 di sabato 9 fino alle 2 di domenica 10 novembre, senza avvisare nessun responsabile della sezione locale del partito e nemmeno il presidente del seggio DAntonio. Domenica, durante il regolare svolgimento della tornata elettorale nella sezione del Pd, in via De Gasperi arriva un’altra clamorosa decisione, sempre presa dai dirigenti regionali del partito: chiedono di unificare tutte e due le urne (quella allestita nella sala consiliare e quella della sezione locale del Pd), per poi continuare la competizione elettorale, ma la sede per votare non è più la sezione locale del Pd bensì laula consiliare, dove anche in quella sede si era già in pieno svolgimento elettorale.
Tutto quello che avviene dopo è la solita becera politica clientelare, forse progettata a tavolino, per distruggere politicamente una sezione del Partito Democratico, legittimata anche domenica da 147 iscritti, quasi tutti vecchi iscritti, giovani e donne, già militanti della stessa sezione, il tutto confrontabile e riscontrabile con le tessere precedenti.
Il garante, Domenico Mallardo, nominato direttamente da Francesco Dinacci e Paolo Persico, sostituisce misteriosamente Ida Iorio, indicata precedentemente dalla federazione provinciale del Pd di Caserta. Questo garante viene mandato a SantArpino con una delega nelle mani, firmata da Gennaro Falco (presidente della commissione elettorale di Caserta) che indica di operare e salvaguardare la competizione elettorale, nella locale sezione del Pd in via De Gasperi ed invece, con un’altra delega ancora (fra la nottata di sabato 9 e domenica 10), che sostituisce laltra (quella appunto di Gennaro Falco) consegnata dalla commissione di garanzia regionale del Pd di cui sopra indicati, nella notte fra sabato e domenica, si chiede al garante di operare non più nella sezione del Pd santarpinese bensì nellaula consiliare, il tutto senza nessun avviso ufficiale.
Vale la pena anche sottolineare che sul sito del Partito Democratico provinciale di Caserta nellelenco dei Garanti compariva il nome di Ida Iorio che doveva essere presente come garante nella sezione del circolo di SantArpino del Pd di via De Gasperi. In seguito, dopo che i vertici locali dello stesso partito e alcuni organi di stampa avevano denunciato tale irregolarità, qualcuno dallalto nella segreteria provinciale del Pd di Caserta aveva rimosso tutto ciò.
Non è mai scivolato cosi in basso il Partito Democratico a SantArpino, come è stata condotta ieri la competizione elettorale interna, persone che votavano a massa, senza sapere che in quel momento siscrivevano ad un partito, altri già molto noti nellambiente politico locale, con cariche istituzionali, come alcuni esponenti di spicco dellattuale amministrazione locale, con cariche importanti e stretti collaboratori imprenditori edili cittadini, iscritti in vari partiti di destra e di associazioni che fanno capo al Pdl (tutto dimostrabile con i vari comunicati stampa con relative foto), che invitavano amici, parenti e dipendenti lavorativi sul posto a votare per Domenico Cammisa.
Ma tanti sono stati i collaboratori del Cammisa, da quasi tutta lamministrazione comunale sia di maggioranza che di opposizione e tanti altri noti personaggi che viaggiano nellambiente politico santarpinese dalla destra allestrema sinistra (Sel).
Da qui ne viene fuori il vergognoso gonfiamento delle tessere del partito,che servono a poco, visto che tante persone serie ed oneste a SantArpino hanno ancora una volta (se ce ne fosse bisogno) valutato un partito politico come unorganizzazione oscena piena di contraddizioni, lacerazioni interne e faide occulte, spesso architettate dallalto.
Ovviamente la sezione locale del Partito Democratico chiederà ai vertici provinciali, regionali e nazionali la verifica di tutte gli iscritti e gli eventuali annullamenti in caso di anomalie riscontrate, tipo doppio tesseramento di partiti diversi. Difficile aprire un confronto con le altre parti considerate Pd, mi auguro che ci sia una sana sintesi con chi ha veramente intenzione di ricostruire un soggetto politico locale.
A questo saremo sempre aperti ad un confronto ma tutto questo deve avvenire sgomberando il campo da interessi particolari di persone che non sono assolutamente del partito che spesso coprono ruoli istituzionali nel paese.
Il delegato regionale e dirigente locale del Pd di SantArpino
Salvatore Lettera