Valerio Taglione, il suo esempio, continuano ad essere vivi anche oramai a due anni e mezzo da quando il destino ci ha sottratto la sua presenza. A lui, alla sua memoria, infatti, è andato il Premio Borsellino. Il riconoscimento è stato consegnato nei giorni scorsi al papà di Valerio, Vincenzo, visibilmente emozionato, nella chiesa guidata da don Maurizio Patriciello al Parco Verde di Caivano. Una location scelta, evidentemente, non a caso. – continua sotto –
Unanime è stata la condivisione delle forti motivazioni a base del riconoscimento: “Dopo l’assassinio di don Peppe Diana nel 1994, Valerio, giovane scout, seppe impegnarsi, fino al suo ultimo giorno di vita, perché non andasse disperso il testimone di don Peppe Diana e la sua azione di ribellione alla camorra in un territorio con un forte dominio mafioso. Costruttore instancabile di aggregazione di volontariato ed impegno civile per terre libere dalla camorra, nel nome di don Peppe. Il suo incessante impegno civile si è sempre manifestato per intensità e qualità di motivazione interiore. Lo si sentiva e faceva la differenza su altri. Il suo linguaggio si ispirava a valori forti e si distingueva dalla inconcludente retorica anticamorra, che pur ci circonda”.
Alla cerimonia era presente anche l’ex parlamentare Lorenzo Diana, per anni segretario della Commissione Antimafia, che ha ricordato un episodio particolare e fondante della vita di Valerio: “Pochi anni dopo la morte di don Peppe, chiedemmo a Valerio di assumere la guida di Libera, dopo l’esperienza di Mariella Natale. Da quella riunione ristretta alla presenza di don Tonino Palmese, presso la sede Cgil a Napoli, in piazza Garibaldi, iniziò un percorso di Valerio, prima di costruttore di Libera in provincia di Caserta e man mano di un crescente movimento alternativo alla cultura mafiosa. Valerio ha dato e costruito proprio tanto!”.