CASAPESENNA. Il Consiglio comunale di Casapesenna, riunitosi domenica mattina, ha deliberato allunanimità lintitolazione del centro sociale lex sindaco Antonio Cangiano gambizzato dalla camorra negli anni 90 e morto lo scorso 23 ottobre.
Tutti gli intervenuti, a cominciare dal primo cittadino Fortunato Zagaria e passando per il presidente dellAssise Diana e il capogruppo dellopposizione consiliare Giuseppe Piccolo, hanno ricordato, con grande commozione e nel silenzio partecipe dellaula, lingegner Cangiano.
Nostro concittadino, scomparso il 23 ottobre scorso, professionista e amministratore di questo paese, vittima della criminalità organizzata, esempio di dedizione ed impegno per tutti noi e, soprattutto per le nuove generazioni, queste le parole del sindaco. Sulla motivazione di intitolare a suo nome il centro sociale la spiegazione è stata semplice: Perché Tonino Cangiano è per tutti noi meritevole della più alta testimonianza e gratitudine da parte dellintera cittadinanza di Casapesenna.
Tutti gli interventi hanno riassunto la vita e il sacrificio di colui che è già nella storia. I suoi insegnamenti: La tragica vicenda umana di un pacifista che ha dovuto soccombere alle armi; di un uomo che, pur minato gravemente nel fisico, ha continuato a lottare per il bene del paese; di un uomo vittima dellodio che non si è mai stancato di predicare libertà e fratellanza. Su un punto i convenuti hanno particolarmente insistito: la forza e la volontà instancabile di Cangiano di parlare con i giovani e di comprendere le loro istanze e, soprattutto, la capacità di guardare sempre con ottimismo al futuro, nonostante il suo passato e lintera vita intrisa di dolore e sofferenza. Giusto ed opportuno che il luogo simbolo della nuova Casapesenna (il Centro Sociale, ndr,) il luogo simbolo dellincontro e della conoscenza, della cultura e della scuola, della dialettica e della libertà, sia dedicato a lui ha sottolineato il sindaco Zagaria.
Nel suo intervento il capogruppo di “Uniti per Cambiare”, Giuseppe Piccolo, ha affermato: La nostra attenzione, la nostra disponibilità e la nostra sensibilità ci ha portato subito a condividere lidea che uno dei luoghi, ‘simbolo’ della voglia del riscatto rispetto alle contraddizioni del passato – in cui periodicamente i cittadini di Casapesenna, dai più piccoli ai più grandi, nellambito di diverse e plurali attività sincontrano per stare bene assieme, confrontandosi, imparando insieme a crescere e sperare in un futuro migliore – possa essere intitolato a Tonino Cangiano. Tale scelta crediamo sia assai significativa per Casapesenna e non solo.Infatti, pensando alle vicissitudini del nostro paese, alla voglia di riscatto talvolta nascosta dietro la paura, alle persone che frequentano il Centro Sociale ed altre che ne parlano come un motore propulsore per Casapesenna, abbiamo pensato subito a Tonino e alla sua voglia di cambiamento, alla sua speranza in un mondo migliore, alla sua determinazione a non arrendersi, alla sua voglia di lottare sempre e comunque contro lillegalità, senza sconti ne compromessi, nemmeno come strategia, alla sua capacità di instaurare rapporti con i giovani, interpretandone le esigenze ed incoraggiandoli a non rinunciare mai ai sogni e ad essere sempre se stessi. Allinsegna dellonestà e dellumiltà con una fede incrollabile nei valori più nobili, caro Tonino, sei giunto anche al perdono, riponendo una fiducia incondizionata nei giovani che sono fieri ed orgogliosi di raccogliere la tua eredità e sono onorati di averti conosciuto.
“Il nome di Antonio Cangiano dato al centro Sociale – ha aggiunto Piccolo- deve far riflettere e deve far ricordare e deve rappresentare un segnale forte per un nuovo inizio, una nuova storia, nuove speranze per Casapesenna. Dobbiamo impegnarci che il centro sociale non dovrà essere ne diventare mai lultimo avamposto dellinettitudine, ma deve conservare la dignità e il prestigio per la funzione che svolge e il nome che porta. Ci dobbiamo impegnare tutti affinchè in questo luogo vengono promosse attività plurivalenti, un centro dove ai giovani viene offerta un’ampia gamma di opportunità di impegno e di tempo libero, prevenendo eventuali situazioni di isolamento e di emarginazione, consentendo ai partecipanti di realizzare , senza fini di lucro, iniziative di carattere ricreativo, culturale e sociale, in definitiva si va verso un centro sociale che viva di luce propria. Ecco perché lintitolazione a Tonino Cangiano di questa struttura deve essere anche un progetto per il futuro – e tuttavia tutti quanti noi sentiamo che manca qualcosa, che dobbiamo rinforzare un qualche cosa che non sta nei muri, nelle strutture, nelle leggi, nelle cose, ma che sta nell’animo delle persone. Ecco perché appunto non è solo un omaggio, ad una persona così tanto cara e tanto legata a Casapesenna, ma è anche appunto una collettiva assunzione di responsabilità per il futuro. Noi pensiamo che la particolare funzione che deve svolgere questo centro sia in qualche modo unassunzione di responsabilità in più per la comunità civile del nostro paese. Noi pensiamo – ha concluso Piccolo – che le idee di Tonino Cangiano portano con sé un grande messaggio di dialogo sul piano della comunità e sul piano civile. E non a caso questo è un centro che ha questa vocazione e questa missione. E noi tutti non possiamo che dire grazie Antonio, grazie per il tuo modo di essere, non sei mai invecchiato, hai sempre rifiutato vincoli e condizionamenti, hai sempre sognato un mondo migliore. E tutti noi, a gran voce gridiamo per te solo giustizia”.
Ora il Consiglio sottoporrà il provvedimento alle autorità di Governo per chiedere lintitolazione del centro sociale, accompagnando latto deliberativo con una biografia di Cangiano.
Biografia di Antonio Cangiano. Nato il 13 marzo 1949, iscritto al Partito Comunista sin dalla gioventù,”Tonino” (così lo chiamano in paese)entra a far parte del primoConsiglio comunale di Casapesenna, quando arriva l’autonomia territoriale nel 1973, con il distacco da San Cipriano d’Aversa. Alle elezioni del29 e 30 maggio 1988 inizia dure battaglie dall’opposizione, dalla quale passa in maggioranza nell’ambito del cosiddetto “compromesso storico” tra Dc, Pci e Psi e viene designato assessore ai lavori pubblicicon delega di vicesindaco. Cangiano è pronto a mettere finalmente mano al nuovo piano regolatore.Ma arriva quel terribile 4 ottobre1988: in piazza Petrillo, il vicesindacoviene feritogravemente alle gambe da colpi d’arma da fuoco.L’attentato porta la firma del clandei casalesiperché Cangianoè intenzionato abloccare alcuni appalti concessi senza gare regolari ad imprese vicine alla camorra. Quel Consiglio comunale non arriva alla naturale scadenza, e nel 1991 viene sciolto per decreto del presidente della Repubblica.
Dopo due anni si torna alle urne e avviene quello che Cangiano non si sarebbe mai aspettato: poco prima della scadenza per la presentazione delle liste arrivano a casa sua il parroco del paese, don Luigi Menditto, e una decina di rappresentanti di un comitato cittadino che gli chiedono di tornare in campo.Due giorni per riflettere e poi il “Si”. E’ quindi candidato a sindaco in una lista civica, “Insieme per Casapesenna”, che raccoglie molti giovani ed esponenti della società civile, dell’Azione Cattolica e delle associazioni locali. Vince le elezioni del 21 novembre 1993, con quasi 4000 preferenze, praticamente tutto il paese gli si schiera a fianco. Ma la camorra è sempre in agguato e, dopo varie intimidazioni e minaccie, il 24 ottobre 1995 consegna le dimissioni nelle mani del Prefetto di Caserta. Successivamente il Consiglio dei ministri scioglie l’Assise il 23 gennaio 1996.
Muore il 23 ottobre scorso all’ospedale cvile di Caserta dopo un mese di complicazioni cliniche, dovute sempre alla completa amputazione degli arti inferiori.