Il continuo aumento del prezzo dei carburanti diventa un caso politico, dopo che il primo gennaio è finito il calmiere imposto dal governo Draghi. Con il costo del diesel servito che ha superato i 2 euro, il vicepremier Matteo Salvini ha annunciato che nelle prossime ore il Consiglio dei ministri valuterà un possibile intervento. Secondo il sito Quotidiano Energia, infatti, il prezzo medio della benzina servito è salito a 1,965 euro al litro, quello del diesel è arrivato a 2,023 euro. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha promesso controlli a tappeto incrociati di Guardia di Finanza e del Garante per la sorveglianza dei prezzi. – continua sotto –
I prezzi – Il costo dei carburanti è salito in modo considerevole. Queste le medie dei prezzi praticati, comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del Mise ed elaborati dalla Staffetta Quotidiana, come rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 15mila impianti: benzina self service a 1,819 euro/litro, gasolio a 1,876 euro/litro; benzina servito a 1,960 euro/litro, diesel a 2,017 euro/litro. Il costo dei carburanti è salito in modo considerevole. Queste le medie dei prezzi praticati, comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del Mise ed elaborati dalla Staffetta Quotidiana, come rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 15mila impianti: benzina self service a 1,819 euro/litro, gasolio a 1,876 euro/litro; benzina servito a 1,960 euro/litro, diesel a 2,017 euro/litro.
Blocco sconto accise ed embargo Russia tra cause – A incidere sui prezzi in aumento c’è anche la decisione del governo Meloni di eliminare lo sconto di 18,3 centesimi al litro sulle accise (le tasse sui carburanti), messo dall’esecutivo Draghi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Un sconto che da marzo è costato 1 miliardo di euro al mese. Inoltre, secondo alcuni esperti, le quotazioni sono salite anche in previsione del blocco delle importazioni di prodotti raffinati dalla Russia a partire dal 5 febbraio prossimo: all’Europa infatti mancherà il 30% del suo gasolio.
Vertice tra Meloni e Guardia di Finanza – Intanto, Palazzo Chigi fa sapere che oggi il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, incontrano il Comandante Generale della Guardia di Finanza, il generale Giuseppe Zafarana, per fare il punto e valutare ogni possibile ulteriore azione di contrasto alle speculazioni in atto sui prezzi dei carburanti. – continua sotto –
I petrolieri: “Nessuna speculazione, colpa delle accise” – Ma i petrolieri italiani respingono al mittente ogni accusa. “Tra l’ultima settimana di dicembre e i primi giorni di gennaio il prezzo industriale dei carburanti non è variato e la differenza che vediamo oggi è dovuta al solo aumento delle accise”, dice il presidente dell’Unem Claudio Spinaci. “Al momento – spiega – siamo a circa 18-19 centesimi in più rispetto a quelli di fine anno. Non vedo dove sarebbe la speculazione, sono accuse senza fondamento”.
Controlli sui prezzi in distributori – Il Comando Generale della Guardia di finanza fa sapere che nel corso del 2022 sono stati eseguiti 5.187 interventi della specie, anche grazie a uno specifico piano d’azione, su scala nazionale, denominato “Prezzi carburanti”, contestando 2.809 violazioni alla disciplina prezzi. Di tali violazioni, 717 hanno riguardato la mancata esposizione e/o difformità dei prezzi praticati rispetto ai prezzi indicati e 2.092 l’omessa comunicazione al Ministero.
In previsione della fine dell’anno, il Ministro dell’economia e delle finanze ha dato incarico al Corpo di intensificare i controlli in tema di prezzi carburanti, avendo particolare riguardo alla rete di distribuzione autostradale e a contesti territoriali sensibili, in ragione del ripristino delle ordinarie aliquote accise e della concomitante intensificazione del traffico veicolare. Tale indicazione è stata immediatamente seguita da una specifica direttiva per l’avvio, già dai primi giorni del 2023, di un nuovo piano, su scala nazionale, concernente il prezzo dei carburanti, con il coinvolgimento degli oltre 660 Reparti operativi del Corpo e il costante supporto dei Reparti Speciali. – continua sotto –
Per arginare le condotte illecite nel settore in rassegna, la Guardia di finanza assicurerà per il 2023 un’attività di enforcement strutturata e capillare sul territorio, anche al fine di contribuire a calmierare gli aumenti dei prezzi, agendo lungo tre direttrici: da un lato, con le attività di “vigilanza prezzi” che hanno visto il coinvolgimento di tutti i Reparti del Corpo; dall’altro, attraverso la componente speciale che fornisce costante supporto, oltre che ai Reparti operativi, anche al garante per la sorveglianza dei prezzi e all’autorità garante della concorrenza e del mercato (A.G.C.M.), nell’ambito di alcune indagini istruttorie avviate, allo scopo di accertare eventuali violazioni della normativa di settore; infine, mediante le consuete interlocuzioni con l’Autorità giudiziaria. IN ALTO IL VIDEO