Messina Denaro, il prozio del boss teme intoppi burocratici per incassare buoni postali

di Redazione

Matteo Messina Denaro è in attesa di ricevere dalle Poste un rimborso relativo a dei buoni postali di 485mila euro. Il Messina Denaro in questione, omonimo e prozio di secondo grado del boss mafioso arrestato ieri, è nato a Milano il 24 marzo 1930 e teme che Poste italiane possano sollevare qualche problema burocratico nel pagamento del suo buono postale. – continua sotto – 

Il credito con Poste nasce dal ritrovamento in una vecchia libreria, all’interno di un volume, di un buono postale da 50 milioni di lire a lui intestato ed emesso 1986. Da qui la decisione di agire per la riscossione che, però, trova alcuni intoppi dovuti alla quantificazione attuale della somma. Poste italiane effettua un calcolo ‘al ribasso’ ammontante a poco più di 250mila euro.

Considerando la giurisprudenza di merito e le recenti decisioni dell’Arbitrato Bancario Finanziario è emerso che l’importo dovuto era praticamente più del doppio rispetto a quello prospettato da Poste in quanto i tassi di interessi che devono essere applicati sono quelli stampati sul retro del buono e non quelli (notevolmente inferiori) che si sono succeduti nel corso degli anni.

L’anziano, quindi, tramite l’associazione Giustitalia (www.associazionegiustitalia.it) ha deciso di agire legalmente per la riscossione della maggior somma.

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