Necrofori lavoravano in nero e col Reddito di Cittadinanza: blitz della Guardia di Finanza

di Redazione

Impiegati nei servizi di necroforo, anche se in ferie o malattia e, in alcuni casi, senza contratto. Sono altri 32 gli addetti alle attività di “spallaggio” dei funerali dell’entroterra pescarese risultati irregolari agli ulteriori controlli effettuati dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Popoli (Pescara) nell’ambito del piano d’azione “Steal Jobs”, contro il “lavoro sommerso” nel settore delle onoranze funebri della provincia. – continua sotto –

È così che il totale dei dipendenti non adeguatamente registrati nel rapporto di lavoro arriva, per il momento, a quota 162. Di questi, molti completamente “in nero”, alcuni anche assunti da altre imprese o addirittura disoccupati e percettori del Reddito di Cittadinanza e delle misure di sostegno emergenziali per Covid-19.

I finanzieri, infatti, nelle ditte ispezionate hanno constatato, per almeno due annualità, la mancanza di preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro o l’infedele registrazione dei dati sul Libro Unico del Lavoro, scoprendo dipendenti che, assenti in busta paga, perché a riposo, in ferie, infortunati o proprio con nessuna indicazione d’impiego, dai ‘verbali di chiusura feretro’ depositati nei Comuni per l’occasione sono risultati invece presenti.

Dai risultati investigativi, inoltre, è emerso come le ditte irregolari garantissero personale per due ore circa, con un costo medio a persona di 100 euro per un servizio di trasporto dalla camera mortuaria sino all’arrivo al cimitero per la tumulazione. Ma, spesso, per le prestazioni dei necrofori (il cui prezzo, a cerimonia funebre, era quindi di quasi 400 euro) non è stata emessa alcuna fattura da parte dei datori di lavoro. Nella contabilità infatti, sono stati rinvenuti, oltre contributi non pagati, ricavi non dichiarati e compensi “fuori busta”. – continua sotto –

Le indagini della Tenenza di Popoli si sono concluse con l’irrogazione di maxi-sanzioni amministrative che, cumulativamente, possono arrivare a oltre 240mila euro e avere anche possibili riflessi penali, per falso in atto pubblico. Tutti i risultati sono stati trasmessi al competente Ispettorato Territoriale del Lavoro e all’Inail per la regolarizzazione delle posizioni lavorative, a tutela degli interessi dei dipendenti irregolari dal punto di vista assistenziale, assicurativo e previdenziale.

Nell’attività di servizio svolta dalla Tenenza di Popoli, su coordinamento del Comando Provinciale di Pescara, i finanzieri hanno ideato una tecnica investigativa efficace di “data cross-checking and verification”, replicabile, sulla base della normativa di settore, su tutto il territorio dello Stato, per far emergere l’economia sommersa che si annida, su scala nazionale, nello specifico comparto imprenditoriale.

E proprio l’applicabilità nazionale del know-how di intelligence acquisito e dell’investigative technique maturata dalle Fiamme Gialle pescaresi rimarca l’incidenza del “lavoro nero” sul nostro sistema economico-sociale, in termini di omissioni di tutele previste per i lavoratori e sleale concorrenza tra le imprese, di sottrazione di risorse all’Erario e somministrazione illegale di manodopera, soprattutto in un settore in crescita come quello delle pompe funebri, il cui fatturato è aumentato mediamente del 40% nel triennio 2019-2021, con picchi fino ad oltre il 100%. – continua sotto –

A fronte di ciò, il piano d’azione “Steal Jobs” ha permesso di ricostruire le dinamiche economiche distorsive diffuse, ovvero l’omessa contabilizzazione di una parte dei ricavi conseguiti, nonché il mancato versamento dei contributi, a tutela dei cittadini, dei lavoratori e delle attività imprenditoriali regolari. IN ALTO IL VIDEO

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