Aversa, Controsenso lancia la “panchina gialla dei diritti umani”

di Redazione

Aversa (Caserta) – Il 7 febbraio l’associazione Controsenso ha lanciato la “panchina gialla dei diritti umani”, un gesto di solidarietà nei confronti di tutte quelle persone che in tutto il mondo vengono vessate, torturate, uccise, e i cui diritti inviolabili vengono calpestati ogni giorno. – continua sotto –

La panchina, ubicata in via Roma, ad Aversa, nei pressi della chiesa di Santissimi Filippo e Giacomo, all’incrocio con via Seggio, va ad arricchire gli spazi sociali a disposizione della città. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con il presidio casertano di Amnesty International, l’associazione Migr-Azioni e con il patrocinio morale del Comune di Aversa. Per l’occasione, è stata apposta una targa recante una frase di Gino Strada, il fondatore di Emergency che della tutela dei diritti umani ha fatto la propria crociata. All’apposizione della targa erano presenti i membri delle tre associazioni promotrici, insieme all’assessore alla Cultura Anna Sgueglia e al consigliere comunale Pasquale Fiorenzano. – continua sotto dopo la foto –

“Questa panchina è per ricordate tutte le vittime silenziose, uccise e torturate per il loro silenzio. – ha dichiarato Emidio Oliva, presidente dell’associazione Controsenso – Un ricordo particolare va a Giulio Regeni e Mario Paciolla, due ragazzi italiani morti lontano da casa e per cui le loro famiglie stanno ancora cercando verità e giustizia”. – continua sotto –

La data è stata scelta in maniera simbolica: il 7 febbraio di tre anni fa veniva arrestato in Egitto lo studente dell’università di Bologna Patrick Zaki dal regime di Al-Sisi, con le accuse di incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di false notizie. Trasportato in carcere, per mesi è stato picchiato e torturato.

“Sono trascorsi esattamente tre anni dall’inizio della persecuzione giudiziaria di Patrick – ha affermato la responsabile del gruppo Amnesty di Caserta, Alessia Arena – l’arresto al suo rientro in Egitto, i 22 mesi di carcere duro, un processo ancora pendente e il divieto di espatrio. La prossima udienza si terrà il 28 febbraio e noi di Amnesty continuiamo a mostrare vicinanza e solidarietà per Patrick Zaki, sperando che possa presto tornare ad essere un cittadino libero”.

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