In due casi su tre sono emerse indebite percezioni del Reddito di Cittadinanza, conseguenti alla violazione dell’obbligo di comunicare all’Inps, entro 30 giorni, le variazioni del reddito o del patrimonio, nonché le altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio. – continua sotto –
E’ accaduto in provincia di Pescara dove la Guardia di Finanza ha riscontrato significative differenze tra quanto indicato nelle autocertificazioni e quanto, invece, è scaturito dalle interrogazioni informatiche e dai riscontri eseguiti dai militari presso gli uffici anagrafici dei comuni di residenza o tramite il controllo economico del territorio.
I principali riscontri hanno evidenziato le false o omesse dichiarazioni relativamente alla posizione lavorativa o giudiziale – per eventuali condanne penali, misure cautelari dei componenti il nucleo familiare e false dichiarazioni proprio sulla composizione stessa del nucleo familiare.
Tra gli illeciti venuti a galla, anche chi ufficialmente si è dichiarato disoccupato, ma alla fine ha investito tutto o quasi il sostegno pubblico ricevuto nel gioco o nelle scommesse online, o chi è risultato lavoratore in nero (si pensi alla recente operazione “Steal Jobs”, con cui sono stati scoperti oltre 160 lavoratori irregolari, alcuni dei quali percepivano proprio il reddito di cittadinanza e altre misure di sostegno), o chi è riuscito a monetizzare il reddito di cittadinanza, grazie alla connivenza di titolari di esercizi commerciali, trasformati in veri e propri bancomat, come nell’operazione “Cash Point”. IN ALTO IL VIDEO