Saviano scrive a Sandokan: “Sei finito, pentiti”

di Redazione

Roberto SavianoCASAL DI PRINCIPE. “Ora che ti hanno arrestato anche il primo figlio, è giunto il tempo di collaborare con la giustizia”.

Roberto Saviano, autore di Gomorra, dalle pagine di Repubblica, scrive al boss Francesco Schiavone, detto “Sandokan”, in carcere per scontare una serie di ergastoli, chiedendogli di pentirsi perché, ormai, “il suo tempo è finito”.
“Ti credi un uomo a far vivere così i tuoi figli? Tua moglie in prigione, i figli mollati ai parenti. È da uomo di onore, questo? Da uomo di rispetto?”, scrive Saviano, che poi fa riferimento all’arresto del figlio Nicola: “Sandokan ti chiama ormai la stampa, Ciccio’ o’ barbone i paesani, Schiavone Francesco di Nicola, ti presentano i tuoi avvocati. E Nicola, come tuo padre, hai chiamato tuo figlio a cui hai dato lo stesso destino. Destino di killer”.
Saviano ritiene che chi, come lui, fa vivere così la propria famiglia; che tace per difendere quei colletti bianchi, imprenditori, editori, commercialisti, onorevoli, ingegneri contigui al clan; che ordina di uccidere persone disarmate, facendole sparare alle spalle; che teme ogni mossa che possa compromettere le proprie entrate di denaro, perdendo la faccia anche per un solo euro; che costringe al silenzio della paura i propri paesani; che non fa crescere nessuna impresa che non faccia affari con lui; che avvelena la terra dove i suoi avi hanno piantato frutteti e che oggi produce solo cancro…non è un uomo, ma un “guappo di cartone”.

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