Controlli a tappeto contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo nel settore manifatturiero quelli svolti in provincia di Caserta dai carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro nell’arco della settimana dal 6 al 12 febbraio sui territori dell’agro aversano, dell’agro atellano e nella Valle di Suessola, tra San Felice a Cancello e Santa Maria a Vico. – continua sotto –
Su 11 aziende calzaturiere, di confezionamento di abiti, smistamento di abiti usati e di confezionamento di prodotti alimentari ispezionate, 9 non sono risultate in regola con la normativa in materia di rapporti di lavoro e legislazione sociale. In particolare, in un’azienda di confezionamento abiti, su 35 lavoratori rinvenuti 20 sono risultati in nero.
Controllate le posizioni lavorative di 129 lavoratori, con 5 provvedimenti di sospensione dell’attività nei confronti di altrettante aziende per la presenza di lavoratori in nero. Per tutti i lavoratori sono in corso gli accertamenti per irregolarità in materia di orario di lavoro e sicurezza sui luoghi di lavoro, tra le quali l’omessa consegna dei dispositivi di protezione individuale, omesse formazione e visite mediche. Sono state, inoltre, verificate le posizioni di 10 lavoratori provenienti da Paesi extra-Ue per verificare possibili situazioni di sfruttamento.
L’operazione, coordinata all’Ispettorato del Lavoro di Caserta, rientra nell’ambito del progetto multiagenzia “A.L.T. Caporalato D.U.E.”, finanziato dal Fondo Politiche Migratorie 2020 del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, e condotto da task force composte da personale degli Ispettorati di Caserta, Napoli e Roma e dai carabinieri del Nil di Caserta, con la partecipazione dei mediatori culturali dell’Oim – Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e con il supporto logistico delle locali stazioni dei carabinieri, nonché del personale ispettivo dell’Inps, dell’Inail e dello Spesal della locale Asl.