Aversa, autovelox su Asse Mediano: un altro tamponamento a catena per frenata brusca

di Antonio Taglialatela

Aversa (Caserta) – Sembra proprio che la cura sia peggiore della malattia. E’ il caso del famigerato autovelox, voluto dall’amministrazione provinciale di Caserta, sulla strada provinciale 335 (Asse Mediano), in prossimità dell’uscita Aversa Nord. – continua sotto –  

L’altro giorno si è verificato sul tratto, in direzione sud, l’ennesimo tamponamento a catena, ancora una volta per lo stesso motivo: un automobilista, accortosi in ritardo della presenza dell’autovelox, situato dopo una curva prima dello svincolo di Aversa Nord, avrebbe frenato bruscamente perché viaggiava a velocità superiore rispetto al limite dei 60 km/h, costringendo a fare altrettanto altri che lo precedevano. Inevitabile l’impatto, con sei veicoli coinvolti, fortunatamente senza feriti gravi, e traffico paralizzato per diverso tempo fino alla rimozione delle vetture incidentate.

E’ chiaro, pertanto, che la sicurezza degli automobilisti, anziché essere tutelata, è paradossalmente messa a rischio, e seriamente, sia per la collocazione del dispositivo sia perché una strada con simili caratteristiche non potrebbe avere, come sostengono molti esperti di diritto, un limite di velocità così basso. Secondo un docente che Pupia.Tv aveva interpellato qualche settimana fa, “manca una delibera di giunta, prevede una velocità massima di 60 chilometri in una zona dove c’è una corsia di decelerazione che ne prevede 40. Inoltre, l’apparecchiatura non fa alcuna distinzione tra i vari tipi di vetture trattando auto, moto e autocarri superiori alle 3,5 tonnellate allo stesso modo, mentre per questi ultimi si dovrebbe avere un limite di 30 chilometri. Infine, contravvenendo il decreto Minniti, quello posto in direzione sud (verso Giugliano) è su un tratto in pendenza. Insomma, un autovelox selvaggio che acuisce i problemi e non li risolve”.

Intanto, nel giro di cinque mesi trascorsi dall’attivazione dell’autovelox, sono circa 150mila i verbali notificati ad altrettanti automobilisti per eccesso di velocità, senza contare, oltre al danno economico, la sottrazione di tanti punti e sospensioni della patente di guida, con il serio rischio per tanti di non poter recarsi lavorare. – continua sotto –  

I ricorsi, ovviamente, fioccano, ma anche su questo versante c’è la beffa: considerando le spese occorrenti per ricorrere al giudice di pace (43 euro per multe fino a 1033 euro, più marca da bollo di 27 euro se raggiungono i 1100 euro, oltre a eventuali spese legali se ci si affida ad un avvocato, comunque non obbligatorio), chi riceve multe di 168 euro (l’importo minimo) preferisce pagare, magari con lo “sconto” (riduzione a 130 euro) se si effettua il versamento entro cinque giorni dalla notifica. Un’alternativa gratuita è il ricorso al Prefetto, senza obbligo di assistenza legale, ma c’è da calcolare comunque un rischio: la multa raddoppia se il ricorso non viene accettato. Tuttavia, l’unica “speranza”, in quest’ultimo caso, è che vi sia un “silenzio-assenso”: entro 120 giorni, infatti, il prefetto è obbligato a rispondere; se ciò non avviene, trascorso quel periodo di tempo, la contestazione viene accettata e la pratica archiviata.

Una situazione analoga a qualche anno fa che però fu scongiurata dopo che la Provincia si decise a disinstallare l’impianto, poi improvvisamente ricomparso, con le stesse caratteristiche, sul finire della scorsa estate. Migliaia le segnalazioni e le lamentele che arrivano ogni giorno da cittadini che percorrono quel tratto, ma dalla Provincia, almeno finora, non sembra esserci volontà di intervenire. Nel frattempo si fa cassa: si ipotizza un incasso annuale di 3 milioni di euro derivanti dai verbali.

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