Aversa, l’inferno del Pronto Soccorso del “Moscati”. Iodice: “Il problema è nazionale”

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Attese di ore, anche sei, incomprensibili per un Pronto Soccorso, prima di essere visitati. Diversi di loro su barelle anche per giorni in attesa di essere trasferiti nei reparti di destinazione. Benvenuti nell’inferno del Pronto Soccorso dell’ospedale “Moscati” di Aversa. – continua sotto –

«A distanza di anni, – afferma Pino Cannavale, esponente provinciale di Fratelli d’Italia, che aveva invitato il parlamentare Gimmi Cangiano a visitare il nosocomio – mi sono ritrovato all’ospedale civile di Aversa per il malore di un congiunto e, purtroppo, devo dire che il servizio è pari a zero. Le persone che vengono portate al pronto soccorso hanno bisogno di un intervento urgente da parte dei medici, invece i cittadini di Aversa e di tutto l’agro aversano, compresi i paesi del napoletano, non trovano altro che una sedia e aspettano ore per ricevere le cure necessarie». «Ho visto di persona – ha continuato Cannavale – gente che attende da giorni un ricovero. Queste persone vengono letteralmente parcheggiate lungo i corridoi e i familiari lasciati fuori la porta che elemosinano qualche notizia. Ringrazio l’onorevole Cangiano che, nella giornata di lunedì, è venuto di persona per rendersi conto del disastro che abbiamo ormai da anni presso il nostro ospedale».

«Purtroppo, – ha concluso l’esponente del partito della premier Giorgia Meloni – quei pochi medici e infermieri, ormai sono stremati dai lunghi turni di lavoro e la maggior parte scappa da questa situazione ormai insostenibile. Molti medici che prestano servizio presso l’ospedale di Aversa mi hanno confidato che hanno vergogna di operare in queste condizioni, mentre abbiamo ancora chi ci vuole far credere che la sanità in Campania è un esempio di grande efficienza. Spero che dopo il nostro allarme, i responsabili di tutto questo trovino una soluzione per riportare il nostro ospedale ad un grado di efficienza accettabile. Mi auguro che il sindaco di Aversa si faccia sentire, in qualità di maggiore responsabile della sanità ad Aversa, e ci dia una mano a far valere i nostri diritti e maggiormente quelli dei malati».

Sono decenni, e non solo con il centrosinistra al governo della Regione Campania, che il Pronto Soccorso dell’ospedale “Moscati” somiglia ad un girone infernale al quale approdano malati provenienti da ogni dove tanto che per prestazioni offerte il reparto del nosocomio aversano è secondo solo al suo omologo dell’ospedale “Cardarelli” di Napoli, il più grande del Mezzogiorno. – continua sotto –

«La criticità dei Pronto Soccorso – ha dichiarato, da parte sua, il direttore sanitario dell’Asl Caserta, Enzo Iodice – interessa tutti gli ospedali d’Italia. In alcuni casi vi sono delle cooperative i cui medici vengono pagati a 150 euro all’ora. Non abbiamo medici sufficienti dell’area emergenza e non si riesce a coprire il fabbisogno. Molti pronti soccorsi sono stati chiusi proprio per questo. Quelli che sono aperti presso Dea di secondo e terzo livello hanno file assurde. Ovviamente ci sono i codici che vanno rispettati, i rossi e gli arancioni entrano subito. Questa è la situazione nazionale, non solo di Caserta».

Iodice continua per illustrare quanto si sta facendo in provincia: «Stiamo lavorando per umanizzare il contesto in cui avvengono le cure. Per dare notizie ai cargiver (i parenti accompagnatori, ndr) sullo stato di salute dei propri parenti che sono all’interno partirà a breve una App ed anche i locali delle prestazioni sono stati migliorati. Il problema vero è sistemico: la carenza di personale. Si laureano pochi medici, le borse di specializzazione sono inferiori rispetto al fabbisogno; in Campania quindici anni di blocco del turn-over hanno portato ad una crisi di sistema. Mi dispiace che qualcun vada al pronto soccorso e colpevolizzi. Ad Aversa abbiamo un’eroina, la dottoressa Rosa Raucci, che è a disposizione 24 ore al giorno e con lei tutto il personale. La realtà è che si tratta di un problema non di Aversa o di Marcianise, ma nazionale. Mi sento di dissentire da facili strumentalizzazioni».

«Siamo – ha concluso il dirigente Iodice – davanti a deficit organizzativi che dipendono dal fatto che ci sono pochi medici e malpagati. Le stiamo tentando tutte, concorsi in continuazione. Oramai è una concorrenza tra Asl e aziende ospedaliere, i medici sono talmente pochi che decidono praticamente loro dove andare. Guardiamo a quando si concludono le specializzazioni, per fare i concorsi. E’ una guerra quotidiana per garantire il livello essenziale di assistenza. Mi aspetto non critiche, ma sostegno stante le criticità oggettive». – continua sotto –

Critico, ma ottimista, il sindacato. A parlare, in particolare, il responsabile della Fials, Salvatore Stabile, che ha esordito: «Proprio ora sono uscito dalla stanza del direttore sanitario Iodice per evidenziare come alcuni dei nuovi reparti che hanno aperto al Moscati, vedi Neurologia, ad esempio, sono stati aperti con poche risorse e sono già in affanno. Devo, comunque, riconoscere che rispetto alla precedente dirigenza c’è un’attenzione diversa, ma rimane l’esigenza di rimpinguare l’organico».

«Il problema del Pronto Soccorso del Moscati – ha continuato Stabile – è sempre in evidenza. Recentemente nel corso di un’audizione davanti alla quinta commissione regionale ho fatto notare che con la chiusura dei pronto soccorso di Santa Maria e Maddaloni e del Don Bosco a Napoli, sono in tanti compresi i residenti nella 167 di Napoli, a scegliere il Moscati. Bisogna incentivare i medici a scegliere i prono soccorso pubblici o con l’obbligo per i neo assunti di starci per due anni o pagando prestazioni aggiuntive, ma sono comunque palliativi, il problema è nel sistema».

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