Aversa (Caserta) – Botta e risposta sull’argomento aumento Tari per il 2022 che tanto sta appassionando gli aversani. Da un lato, il sindaco Alfonso Golia che spiega che la cartella pervenuta nelle case degli aversani riguardi il saldo, come da regolamento, dopo il pagamento di tre rate lo scorso anno. «Per quanto riguarda l’aumento rispetto al 2021 si è registrato un aumento di costi dello 0,75%», dice Golia. Subito dopo il primo cittadino spiega, con una serie di numeri, che gli aumenti non superano il 5% e sottolinea che «chi parla di un aumento del 30% sbaglia. Si tratta solo di diverse modalità di pagamento, tre rate in acconto nel 2022 e il saldo nel 2023». – continua sotto –
Una versione che non convince molto gli inviperiti cittadini aversani e dei quali si fa portavoce la consigliera comunale Pd Eugenia D’Angelo che già lo scorso anno, con la collega Luisa Motti, aveva dato, conti alla mano, tutt’altra versione. «Le chiacchiere – ha dichiarato la consigliera D’Angelo – stanno a zero. Un aumento di 1 milione e 200mila euro solo nel 2021 e di altri 500mila euro nel 2022/2023; già votati dall’amministrazione Golia e già esecutivi».
«Tutto questo – continua l’esponente Dem – a fronte di un servizio carente e deficitario; dell’assenza di isole ecologiche; di isole interrate ferme da quattro anni; del sequestro dell’ex Area Pip per il trasbordo illegale di rifiuti e sversamento di percolato; trasbordo che adesso avviene nel parcheggio dello stadio Bisceglia senza alcuna tutela per la salute dei cittadini e nella totale indifferenza del sindaco Golia e dell’assessore Elena Caterino. Una città sporca, con la maglia nera, anche nella provincia di Caserta, della percentuale di raccolta differenziata ferma al 46% nel 2022. Senza entrare nei dettagli delle gigantesche inadempienze contrattuali della Tekra (la società che gestisce il servizio di igiene urbana in città, ndr)».
Un malumore che è comune a buona parte degli aversani anche per motivi diversi. Sono in molti, infatti, ad evidenziare che l’aumento si sta registrando a fronte di un servizio che continua ad essere peggiore del precedente. Esempio probante quello delle isole ecologiche che da oltre due anni continuano a rimanere chiuse. Un disservizio di cui si fa portavoce la dottoressa Monica Barretta che, rivolgendosi al sindaco, chiede: «Ma le isole ecologiche? Si tratta di uno dei servizi che paghiamo con la Tari. È assurdo che per smaltire più rapidamente gli ingombranti siamo costretti a pagare qualcuno che se ne occupi. Il servizio smaltimento ingombranti ha tempi assurdi. Chi ci rimborsa i soldi spesi perché non ci viene garantito un servizio che paghiamo?».