Traffici illeciti di rifiuti, le nuove rotte verso Turchia e Nordafrica su “sponda europea”

di Antonio Taglialatela

Il traffico illecito di rifiuti non si è affatto arrestato dopo che la Cina, da qualche anno, ha bloccato le importazioni dai Paesi esteri. Attraverso delle “triangolazioni”, un numero sempre più elevato di container viaggia dai porti italiani verso altri Paesi dell’Unione europea, come la Grecia o a Est del continente, per poi essere destinati alla Turchia o al Nordafrica come Libia, Tunisia ed Egitto. – continua sotto – 

A lanciare l’allarme il consorzio PolieCo, diretto da Claudia Salvestrini e presieduto da Enrico Bobbio, in occasione di un corso di formazione tenutosi a Roma, alla presenza di 150 partecipanti, tra forze dell’ordine e imprenditori del settore, durante il quale illustri relatori hanno parlato di reati, tecniche investigative e novità normative.

Dietro questi traffici si nasconde un controverso sistema di raccolta e riciclaggio di rifiuti che non solo in Italia, ma in tutta l’Unione Europea, presenterebbe numeri camuffati. A cominciare dal fatto che spesso vengono dichiarati riciclati quelli che invece sono i rifiuti raccolti. Quindi i risultati sbandierati da tanti comuni, quando parlano addirittura del 70-80% di raccolta differenziata, sarebbero falsati, o quantomeno imprecisi, poiché in media l’effettivo riciclato si attesterebbe intorno al 25-30%.

E il resto dei rifiuti non effettivamente riciclati? Va a finire in discarica, in un termovalorizzatore o viene spedito all’estero. E quando ciò non è possibile spesso si risolve bruciandoli. Non a caso, dopo lo stop decretato dalla Cina, diversi impianti di riciclo, soprattutto nel Nord Italia, sono andati a fuoco, con gravi danni all’ambiente e alla salute pubblica. Una coincidenza? Forse. Come una coincidenza è che da un po’ di tempo non si ha più notizia di incendi dopo che si è aperto un nuovo scenario nelle esportazioni dei rifiuti all’estero. Quello, appunto, delle triangolazioni. – continua sotto – 

Ma come funziona questi sistema? E cosa viene effettivamente riciclato in Italia se si tende ad esportare i rifiuti all’estero e spesso con strategie illecite? Lo abbiamo chiesto agli esperti intervenuti, – il procuratore della Repubblica di Trani Renato Nitti, il procuratore della Repubblica di Bari Roberto Rossi, e Gianfranco Amendola, già procuratore della Repubblica di Civitavecchia e docente di Diritto penale dell’ambiente all’Università ‘La Sapienza’ di Roma – i quali, insieme alla direttrice Salvestrini, hanno sottolineato che il problema non è di carenza normativa, bensì di applicazione della normativa e di rafforzamento dei controlli.

Intanto, tonnellate di rifiuti finiscono direttamente in mare; lo testimoniano le ultime operazioni della Guardia Costiera come “Gargano Nostrum”. IN ALTO IL VIDEO

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