“Solo attraverso una seria riforma si determinano le condizioni di un nuovo patto di cittadinanza e si creano le condizioni per investimenti in settori strategici. Quindi abbiamo ascoltato le riflessioni del premier Meloni ma abbiamo registriamo diversità molto consistenti. Su quella base non c’è possibilità di confronto e discussione ed è evidente che sulle nostre richieste costruiremo una mobilitazione che non escluderà nulla neppure lo sciopero. Lo vogliamo fare insieme a Cisl e Uil, ne discuteremo la prossima settimana. C’è già un incontro fissato”. Così chiudendo il congresso della Cgil, il leader Maurizio Landini annuncia il probabile sciopero generale unitario contro la delega sul fisco elaborata dal governo. – continua sotto –
“Io non lo so come andrà a finire questa battaglia, ma la forza viene dall’unità, diversi ma uniti. E bisogna avere coraggio altrimenti hai già perso prima di cominciare. E al governo e alle forze politiche lo diciamo in modo chiaro: noi non ci fermeremo e non accetteremo che sia il lavoro a pagare più di tutti, vogliamo cambiare questo Paese e lo diremo anche a Cisl e Uil per farlo insieme a loro e insieme ai lavoratori”. D’altra parte, aggiunge, “davanti a noi non c’è un momento semplice anche se mi chiedo: di cosa dobbiamo avere paura? Cosa abbiamo da perdere? Le pensioni che non ci sono? il lavoro che non abbiamo? Il salario che non si arriva alla fine del mese? La vera paura che dovremmo avere è quella di non aprire questa discussione”, ammonisce rivolto ai suoi e ai sindacati cugini.
“Meloni ha confermato scelte che non condividiamo e su cui non hanno discusso con noi. Questo governo ti dice ‘sei importante’ ma anche che si può fare a meno di noi… ma noi dimostreremo il contrario non con le parole ma con i fatti della maggioranza dei lavoratori. La democrazia, cioè la possibilità che attraverso il lavoro si possa partecipare al futuro del Paese”. E per “vincere la battaglia” la Cgil si ripromette di non commettere un “errore di presunzione”: di pensare cioè “che quelli che non sono andati a votare o hanno votato a destra, improvvisamente non hanno capito niente. Perché in quanto sindacati noi le persone non le rappresentiamo per quello che hanno votato ma perché tutti hanno diritto di lavorare e vivere dignitosamente”. Nulla che possa intaccare “la storia della Cgil o la capacità del sindacato di costruire la sua credibilità”, rassicura la platea ribadendo come in ballo oggi ci sia appunto “la qualità della democrazia”.
Per la chiusura del XIX congresso Landini sale sul palco con la felpa rossa della Cgil e parla alla platea, commosso, ed emozionato. “Nessuno si impegna nel sindacato per mestiere ma per cambiare la situazione. Siamo una organizzazione di uomini e donne libere che credono in quello che fanno”, dice riscaldando la platea. Poi ringrazia il presidente “Mattarella che con il suo messaggio riconferma il valore costituzionale del lavoro. Non un saluto formale – sottolinea Landini – ma ha messo i piedi nel piatto sottolineando come fosse necessario dare valore al lavoro e superare la precarietà”. – continua sotto –
Quindi l’affondo al governo anche sull’autonomia differenziata: “Meloni ricordava che ieri era il giorno dell’unità nazionale. La ringrazio perché è un valore importante. Ma se ne ricordasse, del valore dell’unità non solo il 17 marzo ma anche il 18, il 19, il 20 e il 21… Perché c’è una contraddizione: come si fa a votare il 16 sull’autonomia differenziata e poi il 17 venire qui a parlare di unità nazionale? Non siamo d’accordo e contrasteremo con tutte le strade possibili questo processo”.
E pur riconoscendo di aver “trovato importante che il presidente del Consiglio abbia condannato l’assalto alla nostra sede condotto da forze dall’estrema destra e che abbia detto che insieme dobbiamo combattere per respingere la violenza” Landini lancia una sfida a Meloni: “Se si vuole condannare davvero l’atto allora si applichi la Costituzione, questo Parlamento faccia quello che deve fare, si sciolgano le forze che si richiamano al fascismo, un atto che parlerebbe molto di più di tante dichiarazioni che si potrebbero fare e rimetterebbe al centro la costituzione”.