Don Carlo Aversano: “Casale deve riprendersi, ma basta denigrare”

di Franco Spinelli

Don Carlo AversanoCASAL DI PRINCIPE.“Casal di Principe è un paese come tutti gli altri, con i propri pregi e difetti. Abbiamo avuto la camorra e dobbiamo riprenderci, ma non devono venire persone dall’esterno a darci insegnamenti”.

Don Carlo Aversano, parroco della chiesa del SS. Salvatore di Casal di Principe, nel commentare l’ennesimo raid vandalico subito dal Parco Don Diana, esce “fuori dal coro” e chiede alle associazioni territoriali di coinvolgere maggiormente i giovani casalesi nel progetto di rinascita della cittadina roccaforte della camorra casertana.

“Prima la chiesa era un punto di riferimento, – dice Don Carlo – oggi i ragazzi non ci sono più nelle parrocchie. Sono nati tanti movimenti, ma spesso con persone che vengono da fuori per insegnare una ‘civiltà’ che invece a noi non è affatto estranea. Sembra che ci si impegni a portare avanti il filone di infangare ulteriormente questo paese, invece di aiutarlo a riprendersi. Ma questa ripresa – ribadisce il sacerdote – deve essere la nostra, e abbiamo tutti i mezzi per riuscirci”.

Intanto, sul raid vandalico, intervengono Emilio Diana, fratello di don Peppino Diana, e il fotografo Augusto Di Meo, amico storico del sacerdote ucciso dalla camorra e testimone di giustizia, che, sulla stessa lunghezza d’onda di don Carlo, ritengono l’episodio “una bravata”, invitando le famiglie di questi ragazzi a seguirli e a stargli vicino.

A seguire la video-intervista:

Don Carlo Aversano: “Casale deve riprendersi, ma basta denigrare”

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