SantArpino. Sono molto preoccupato per quello che sta accadendo nel paese sul piano politico-amministrativo.
Lo afferma l’ex-consigliere comunale ed esponente dell’Udc, Ernesto Capasso che aggiunge: In particolare mi hanno colpito due avvenimenti capitati l’uno a ridosso dell’altro. Il primo è il Consiglio comunale aperto, tenutosi il 3 marzo scorso sul caso Di Santo, dal quale mi sarei aspettato qualcosa di più di un dibattito incentrato sulla prevedibile contrapposizione tra una maggioranza ‘arroccata’ nella difesa del sindaco e una opposizione che spingeva per le dimissioni del primo cittadino e/o della stessa maggioranza. Non mi è parso di cogliere almeno lo sforzo di un approfondimento fuori dal logoro schema dimissioni si, dimissioni no. Insomma la ricerca di uno spazio per tentare di arrivare ad una soluzione condivisa nell’interesse del Paese. Quel Consiglio comunale, aggiunge l’esponente dell’Udc, mi ha dato l’impressione di voler parlare, di inviare messaggi ai propri sostenitori e non di parlare ai cittadini.
La mia opinione è che mancasse qualsiasi volontà di avviare un confronto finalizzato alla ricerca di soluzioni veramente nell’interesse dei cittadini santarpinesi. E ciò avviene, continua Capasso, perché il clima politico a S.Arpino non riesce ad uscire dalla nebbia di un passato fatto ancora, purtroppo, di sospetti, risentimenti e veleni. Per la verità un timido tentativo c’è stato e l’ho colto negli interventi dell’assessore alla Cultura e alla Trasparenza, Francesco Brancaccio, e del segretario dell’Udc, Cesario Bortone, ma tali interventi mi sono sembrati non troppo convinti, ancora lontani da quel colpo d’ala, capace di dare spessore e contenuti concreti al dibattito politico, in una parola ‘segnare una svolta’.
Mi sono sembrati, Bortone e Brancaccio, più preoccupati di sottolineare e difendere una unità di facciata della maggioranza, che non di avere la consapevolezza dell’arresto di un percorso politico-amministrativo a seguito della vicenda in cui è stato coinvolto non tanto il sindaco, ma il leader della maggioranza. E che tale circostanza richiedeva loro, e non solo loro, di prendere atto che un ciclo finiva e che andava avviata una nuova fase politica, che mettesse al centro il recupero del ruolo della Politica e dei Partiti, con l’obiettivo di ripristinare un clima di confronto politico civile e sereno, mettendo al bando veleni e cattiverie. Dare di nuovo la voce a schieramenti politici del centrodestra e del centrosinistra rinnovati nei programmi e nelle persone. Solo così si può riavviare un confronto politico forte sul merito dei problemi, magari anche aspro, ma sempre rispettoso della dignità delle persone coinvolte.
Non serve, dice ancora Capasso, invocare un’unità, e vengo così al secondo avvenimento che mi ha colpito, per coprire un vuoto di iniziativa politica, ormai sotto gli occhi di tutti. E mi riferisco al comunicato ultimo della maggioranza, dove si continua a fare polemica sulle persone e si perde di vista quella che è una realtà più forte delle vuote parole.
A che serve, infatti, mostrare i muscoli per dire siamo una squadra fortissima, se, poi, la decisione dell’assessore Francesco Brancaccio, con le proprie dimissioni, alle quali ha fatto seguito l’esplosione della polemica sulle Macro-aree, fa emergere in maniera plastica come nella maggioranza esistono non pochi ed irrisolti problemi.
Da qui la mia preoccupazione e il conseguente appello a chi ancor crede nella Politica, nei Partiti, nel senso di responsabilità delle persone e soprattutto dei politici, affinché si faccia uno sforzo perché S.Arpino torni ad essere quella di una volta: una palestra politica dove non si sia più spazio per veleni e risentimenti.
Ce lo chiedono i giovani, le donne e soprattutto i tanti problemi che ancora aspettano una soluzione, primo tra tutti il Piano Urbanistico Comunale, sulle cui scelte finalmente si potrebbe riavviare il circuito virtuoso di un confronto di merito e non di parole vuote e spesso al limite del buon senso come nell’ultimo comunicato della maggioranza.