Aversa (Caserta) – L’Asl di Caserta esprime tutta la vicinanza e solidarietà all’infermiera aggredita giorni fa nel Pronto Soccorso di Aversa durante lo svolgimento del lavoro di assistenza ai pazienti. – continua sotto –
L’episodio risale alla serata di venerdì 6 ottobre. Poco dopo le 21.30 si presentava al Pronto Soccorso, accompagnato dal padre, un 13enne di Frignano che lamentava dolori al torace. Al triage gli veniva assegnato un codice verde poiché ritenuto un caso non urgente. Padre e figlio poi raggiungevano il reparto di Pediatria al quarto piano dell’ospedale dove l’uomo pretendeva che il figlio venisse subito visitato, senza attese, spingendo la porta d’ingresso del reparto e aggredendo una delle infermiere. L’uomo veniva bloccato da una guardia giurata, poi lasciava l’edificio ma veniva comunque identificato dalle forze dell’ordine dopo aver acquisito le generalità del figlio lasciate in accettazione.
In una nota ufficiale, il direttore generale dell’azienda sanitaria casertana, dottor Amedeo Blasotti, dichiara: “L’azienda è e sempre più sarà vicina ai propri dipendenti con tutte le azioni possibili a tutela della professionalità e dignità della persona e del lavoro. La vile aggressione perpetrata, tra l’altro, ai danni di una lavoratrice ad Aversa, così come tutte quelle che quasi giornalmente avvengono in tanti Pronto Soccorso del nostro Paese, rappresentano il segnale di un punto di non ritorno; continuando così nessun organico e nessun modello organizzativo potrà mai essere sufficiente ad evitare questi episodi. L’azienda, che è impegnata costantemente in un’opera di Umanizzazione dei luoghi di cure nelle aree critiche, solleciterà comunque ancora una volta l’istituzione di un posto di Pubblica Sicurezza all’interno dei Presidi sede di Pronto Soccorso”.
“Ciò che andrebbe compreso – sottolinea Blasotti – è che il personale tutto dell’Asl di Caserta – ma soprattutto quello che lavora incessantemente nei Pronto Soccorso Aziendali in un momento di enorme difficoltà per la sanità pubblica italiana – sono quotidianamente a svolgere il loro lavoro con passione e dedizione e che episodi come questi sortiscono l’unico effetto di allontanare sempre più il personale dalle attività delle aree critiche spalancando progressivamente e definitivamente le porte alla sanità privata. E solo allora, forse, si comprenderà la delicata e fondamentale funzione che ancora svolge tra mille difficolta l’assistenza pubblica nei nostri territori ed il rispetto che le dovremmo riconoscere”.