La corsa irrefrenabile al “green a tutti i costi” molto spesso non fa pensare all’utilizzo della plastica ai fini della salute. In campo medicale i materiali polimerici vengono, infatti, impiegati da molto tempo, e anche con un follow up clinico di successo, sia per quanto riguarda le protesi ortopediche, con l’uso del polietilene come componentistica articolare, ma anche con innesti ossei nel campo maxillo-facciale. – continua sotto –
Ne abbiamo parlato, a Napoli, durante il 15esimo Forum Internazionale del PolieCo sull’Economia dei Rifiuti, dal titolo “Malati d’Ambiente”, con l’ingegnere biomedico Luigi Cautiero, che lavora nel settore ricerca e sviluppo dell’azienda italiana “Adler Ortho”, specializzata in protesi ortopediche.
“Le protesi ortopediche di anca e di ginocchio – spiega Cautiero – utilizzano come giunto articolare, cioè come materiale all’interfaccia articolare tra le componenti in movimento, un cuscinetto di polietilene che è biocompatibile, sterile e resistente all’usura sia ossidativa che di fatica. Quindi, un materiale anche longevo e molto affidabile nell’uso nel campo medicale”.
Intanto, il campo è in fermento e la ricerca è sempre molto attiva. “Il gold standard – sostiene Cautiero – sarebbe quello di riuscire a realizzare degli scaffold con materiali polimerici che siano degradabili e probabilmente anche imbibiti magari di cellule staminali che possano apportare un riconoscimento cellulare più avanzato quando vengono inseriti in un ambiente biologico del corpo umano”. – continua sotto –
Come ribadito anche da numerosi esperti intervenuti, insieme a Cautiero, al Forum PolieCo, la plastica non deve essere demonizzata poiché rappresenta ancora una grande risorsa. “Fondamentalmente – conclude l’ingegner – il problema non è la plastica in sé, perché se si realizza e si costruisce la plastica in scienza e si utilizza in coscienza probabilmente ci accorgeremo che i materiali plastici polimerici hanno ancora tante cose da raccontare”. IN ALTO IL VIDEO